AGI - Parag Agrawal, dal 29 novembre nuovo capo di Twitter, è solo l'ultimo talento di origine indiana a ritrovarsi alla guida di un gigante tecnologico statunitense.
A differenza del suo predecessore, il co-fondatore della piattaforma di micro-blogging Jack Dorsey, Agrawal ha goduto fino a ieri di un ruolo dal profilo molto più di basso in azienda, basti pensare che può contare su appena 24.000 follower, rispetto ai quasi sei milioni di Dorsey.
Agrawal è anche l'ultima star nata in India scelta per dirigere un'importante azienda tecnologica con sede negli Stati Uniti, dopo nomi del calibro di Sundar Pichai, ceo di Alphabet, e Satya Nadella, ceo di Microsoft.
"È stato dietro ogni decisione critica che ha contribuito a trasformare questa azienda", ha scritto Dorsey di Agrawal in un messaggio allo staff di Twitter, "Lui guida con il cuore e l'anima, ed è qualcuno da cui imparo ogni giorno. La mia fiducia in lui come nostro ceo è profonda".
Formatosi in informatica e ingegneria presso l'Indian Institute of Technology di Bombay e in possesso di un dottorato di ricerca a Stanford, Agrawal è entrato a far parte di Twitter nel 2011 ed è diventato il suo responsabile del settore tecnologico nel 2017.
È stato lui a supervisionare l'apprendimento automatico e l'intelligenza artificiale, nonché l'ampia strategia tecnica dell'azienda. Queste specialità lo rendono una scelta naturale per sostituire Dorsey, ha detto l'analista di Creative Strategies Carolina Milanesi.
"In futuro l'intelligenza artificiale e il machine learning saranno sempre più critici nel rendere la piattaforma più coinvolgente per gli utenti e più redditizia per l'azienda", ha spiegato Milanesi, "Potremmo anche vedere un po' più di rigore e razionalità nel processo decisionale".
Agrawal era anche a capo della campagna "Bluesky" dell'azienda per creare uno standard più aperto e decentralizzato per i social media. La piattaforma è cresciuta in modo molto meno esponenziale rispetto ai suoi vicini della Silicon Valley e ha profitti netti molto scarsi rispetto ai due colossi della pubblicità digitale, Google e Meta, la casa madre di Facebook. Redditizio per la prima volta nel 2017, Twitter è tornato in rosso diverse volte.
Dorsey è forse meglio conosciuto dal pubblico come l'uomo che ha cacciato Donald Trump da Twitter, il megafono preferito dell'ex presidente per radunare i suoi fan e attaccare i suoi critici. Ma Agrawal ha indicato che non vede la piattaforma come un luogo per elaborare i confini della libertà di parola. In un'intervista con MIT Technology Review nel 2020, ha affermato che Twitter dovrebbe "concentrarsi meno" sulla libertà di parola. "Il nostro ruolo è quello di servire una sana conversazione pubblica e le nostre mosse riflettono cose che riteniamo portino a una conversazione pubblica più sana", ha affermato.