Da giorni, anche dopo il via libera dell’Enac all’uso dei droni ‘anti coronavirus’ da parte delle polizie locali, per monitorare gli spostamenti dei cittadini, il super drone “Aquila 100” è rimasto parcheggiato in un hangar di Casalecchio di Reno, Comune alle porte di Bologna.
Di fabbricazione israeliana (è nato per fini di sicurezza anti-terrorismo) è la punta di diamante della flotta di “Eagle Sky Light” azienda leader a livello internazionale nei sistemi aeromobili a pilotaggio remoto, fondata nel 2017 da Ugo Vittori ex agente della polizia di Stato, da anni amministratore unico della Eagle Keeper, società di investigazioni attiva nell’antifrode assicurativa. “Dall’Enac è arrivato un segnale importante. Ma, purtroppo, il mercato italiano è fermo.
I Comuni non hanno a disposizione fondi per questo tipo di attività. Io non sto lavorando perché non ci sono soldi”, ha spiegato Vittori intervistato dall’AGI. I piloti della Eagle Sky Light sono stati ‘allertati’ per un paio di giorni, in attesa di possibili richieste, poi sono rimasti in ferie. E i droni della Eagle Sky Light fermi a terra. In Emilia Romagna, l’uso di droni anti-assembramento è stato attivato in alcuni Comuni come Modena, Forlì e Rimini, nei parchi o nelle zone periferiche.
“Gli enti locali che stanno utilizzando i droni - ha spiegato Vittori - avevano questi strumenti già in dotazione. E’ chiaro che sono mezzi piccoli con capacità limitate, possono stare in volo solo dieci minuti, e dunque sono molto meno performanti rispetto alle possibilità offerte da aziende specializzate del settore”.
Alcuni Comuni hanno contattato Eagle Sky Light che già in passato aveva avviato progetti sperimentali (ad esempio a Bologna o Torino) per la sicurezza e il monitoraggio del territorio. “Ho dato la massima disponibilità. Ho chiesto solo un rimborso spese senza voler realizzare, quindi, un guadagno ma per ora non c’è stato nessun ingaggio. Mancano i soldi”, è la conclusione dell’imprenditore.
Una scarsità di risorse che ‘costringe’ Aquila 100 a rimanere chiuso nel suo hangar nonostante un livello tecnologico ben superiore ai ‘cugini’ droni dei vari Comuni già all’opera sul territorio. Il volatile meccanico rivoluzionario è una sorta di ‘torre di controllo’. Infatti, ‘lavora’ in verticale (minimizzando dunque i rischi di caduta) ed è ancorato ad un furgone a 100 metri di altezza, ha 14 ore di autonomia, non teme neve, pioggia o vento. Il suo occhio vigila anche di notte. La sua super vista ‘passa’ attraverso il fumo grazie ad una termocamera raffreddata a idrogeno ed è in grado di ‘scrutare’ l’orizzonte fino a 14 chilometri di distanza.
"Occorre domandarsi il risparmio, non il costo"
In passato ha vigilato sulla visita del Papa a Bologna (primo ottobre 2017) ed è stato utilizzato nei controlli anti-clandestini a Trieste, fino al monitoraggio dei cieli per l’esibizione delle Frecce Tricolore o agli interventi in montagna per prevenire le slavine.
“L’Europa ha investito molto in questo settore al contrario dell’Italia” ha osservato il fondatore della Eagle Sky Light. “La domanda giusta da porsi - è la riflessione di Vittori - non è quanto costano questi mezzi d’avanguardia ma quanto fanno risparmiare in termini di forze di polizia sul territorio che potrebbero essere quindi utilizzate per altri compiti, in termini di tempo, senza poi contare, per questa specifica emergenza, il minor rischio legato a possibili contagi”.
In tempi di coronavirus il messaggio per i cittadini è che “il drone non deve essere visto come un nemico”, spiega Vittori. Ovvero non “siamo in uno stato di guerra dove il drone deve essere associato alla repressione. Stiamo affrontando un’emergenza importante - ha concluso l’imprenditore - dove il drone è lo strumento che coordina una serie di azioni riducendo al minimo il numero di persone adibite ai controlli. Il drone quindi deve essere visto come un amico che aiuta la comunità a far rispettare le norme di contenimento emanate dal governo per limitare la diffusione del Covid-19”.