Quattro strategie per neutralizzare gli haters online
Quattro strategie per neutralizzare gli haters online

Quattro strategie per neutralizzare gli haters online

riccardo liguori
haters facebook
Fanatic Studio / Gary Waters / SCIEN / FST / Science Photo Library
 
- haters facebook

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Alla base del report: i cluster

L'incidenza dei discorsi d'odio

Quattro proposte per invertire la rotta

  • Piuttosto che neutralizzare un cluster di haters troppo grande da gestire, sarebbe meglio agire su quelli relativamente piccoli (che, tra l'altro, sono i più diffusi e frequenti). Tuttavia, la messa al bando di interi gruppi di utenti, a prescindere dalle loro dimensioni, può portare all'indignazione nella comunità d'odio attaccata. Il gruppo di haters potrebbe infatti avanzare accuse contro le piattaforme dei social media, rivendicando il loro diritto alla libertà di espressione.
  • Un'altra strategia potrebbe essere quella di "bannare" un piccolo numero di haters, selezionati casualmente all'interno di un gruppo. Questo approccio di individuazione aleatoria non richiede l'uso di informazioni sensibili del profilo utente, e quindi evita potenziali violazioni delle norme sulla privacy. Tuttavia, l'efficacia di questo approccio dipende in larga misura dalla struttura della rete sociale, perché le caratteristiche topologiche (strutturali) delle reti determinano fortemente la loro resilienza ad attacchi mirati o casuali.
  • La terza proposta sfrutta la scoperta secondo cui i cluster si "auto-organizzano" partendo da un gruppo di utenti inizialmente disordinato. I ricercatori americani allora suggeriscono agli amministratori delle piattaforme social di dare vita a piccoli gruppi di utenti "anti-odio" da iniettare nei cluster di haters. In questo modo si darebbe vita ad una azione di neutralizzazione simile a quella messa in moto dal nostro sistema immunitario, quando si trova a dover combattere batteri e virus.
  • Infine, la quarta via sfrutta la tendenza, di molti gruppi di haters, ad avere opinioni tra loro opposte. Gli amministratori delle piattaforme social, allora, potrebbero diffondere nel canale comunicativo di gruppi con idee “polarizzanti”, utenti incentivati a incoraggiare le interazioni tra questi gruppi di odio facendo leva sulle opinioni contrastanti. In questo modo i gruppi di haters sarebbero spinti a combattersi tra loro proprio in forza delle "divergenze di vedute" che li riguarda.
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