La crisi del calcio italiano ormai è un luogo comune, ma ci sono dei numeri che ne danno le dimensioni e che fanno riferimento alla partecipazione del pubblico a quel rito collettivo un tempo indiscutibile che è la partita di campionato.
Di fronte alla crescita esponenziale in mercati come quello statunitense e quello polacco, il pubblico italiano negli stadi non è praticamente mutato negli ultimi 15 anni, segno che anche gli investimenti delle squadre sia nel rinnovo degli impianti che nel potenziamento delle rose non hanno avuto gli esiti sperati o sono riusciti solo ad arginare l’esodo che invece si è registrato in Paesi come la Grecia.
I dati certificati dal Cies, l’osservatorio sul calcio internazionale, parlano di un calo dell’1% del pubblico negli stadi italiani delle partite di Serie A tra il 2003 e il 2018 a fronte di un incremento del 6% per la Premier League e dell’11% per la Bundesliga.
E anche se i numeri del campionato inglese e di quello tedesco sono lontani da quelli della Major League Soccer americana (che ha registrato un +34%) o del calcio polacco (che è cresciuto del +47%), il confronto tra i 43.302 spettatori di media negli stadi in Germania e i 22.697 in quelli della serie A fa riflettere.
Sulle ragioni della stagnazione si potrebbe discettare a lungo, ma un aiuto per riportare il pubblico italiano negli stadi potrebbe venire proprio dal 5G, la tecnologia di trasmissione dati di ultima generazione di cui si parla da un paio di anni come di una panacea per tutti i mali.
Chiunque abbia visto come gli adolescenti guardano uno show in tv (che sia un talent, una serie o una partita) sa che la fruizione è ormai multidimensionale: si guarda (anche un po’ distrattamente) sul grande schermo e si commenta sui social attraverso lo smartphone. Il problema di guardare una partita allo stadio è che non sempre questo tipo di interazione è altrettanto facile.
Per un problema di connessione, innanzitutto: uno dei limiti del 4G è che solo un certo numero di apparati (in questo caso smartphone o tablet) può agganciarsi alla rete. Ne sa qualcosa chi assiste a megaconcerti o partite evento durante le quali è frustrante cercare anche solo di mandare un messaggio via WhatsApp.
Ma, soprattutto, è l’abitudine a un certo modo di guardare le partite da casa ad avere alterato l’esperienza dello spettatore. Dal divano si guardano i replay, in alcuni casi si sceglie l’angolazione e in altri ancora (ed è un futuro quanto mai prossimo) si può accompagnare la squadra del cuore dal momento in cui scende dal pullman a quello in cui entra in campo, per poi guardare l’incontro da ogni angolazione immaginabile, come nel caso del sistema che la Liga spagnola sta mettendo a punto per offrire alle tv un’esperienza sempre più immersiva.
E agli spettatori allo stadio chi ci pensa? Chi si preoccupa di dare a chi è sugli spalti la possibilità di rivedere un’azione da un’angolazione diversa, di zoomarla sul dettaglio, di capire se il rigore c’è o no prima che sia il Var a pronunciarsi? E, mentre si fa tutto questo, di commentarlo sui social?
Zte ci ha pensato e ha messo a punto il servizio “5G Live Tv”: un modo nuovo di assistere agli eventi sportivi che, nelle ambizioni dei tecnici dell’azienda che lo hanno illustrato a margine del Mobile World Congress di Shanghai, renderà “le Olimpiadi invernali di Pechino del 2022 la prima grande manifestazione sportiva in 5G”.
Il sistema permetterà ai tifosi negli stadi dei Giochi – ma, probabilmente già prima del 2022, anche a quelli di una partita di calcio - di “interagire in diretta con l’evento attraverso uno smartphone”. Come? Ci si potrà confrontare con altri utenti, cercare statistiche degli atleti, ordinare del cibo o soprattutto scegliere di guardare una certa porzione di campo selezionando una delle telecamere a disposizione.
Una possibilità che fino ad oggi era irrealizzabile a causa dell’eccessivo ritardo che le immagini trasmesse avrebbero avuto rispetto all’evento live. La bassa latenza del 5G però, permette di ridurre i tempi di ricezione a meno di un battito di ciglia (circa 10 millisecondi) e quindi, ad esempio, di inquadrare l’azione che si svolge sotto la curva opposta rispetto a quella in cui si trova lo spettatore.
E se state storcendo il naso domandandovi se tutto il clamore intorno al 5G si riduce a impieghi come questo, vi basti pensare che quando fu varato il 4G nessuno immaginava che l’impatto più rilevante che avrebbe avuto sarebbe stato quello di dare un senso agli smartphone e alle app, rendendo - ad esempio - i social realmente a portata di mano.
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Ma se è possibile portare un’esperienza come quella della 5G Live Tv negli stadi – che, è facile immaginare, saranno le prime strutture a essere connesse alla rete di nuova generazione – come fare per tutte quelle altre location in cui potrebbe servire avere una copertura particolarmente efficace?
Zte ha pensato anche a questo e ha messo a punto una tecnologia che ha chiamato ‘slicing’. In sostanza un operatore mobile potrà mettere a disposizione di un cliente – che sia una struttura sportiva, un’amministrazione pubblica o un’azienda – una condizione di rete con latenza particolarmente bassa e affidabilità particolarmente alta, in un dato luogo e per un dato periodo di tempo. Il tutto disponibile in pochissimo tempo e attivabile con semplicità attraverso una app.
Così, in sostanza, una società calcistica potrà chiedere una particolare copertura 5G per uno stadio solo per il tempo necessario a un incontro. O a un ospedale per il tempo di un intervento di telemedicina. O agli organizzatori di una fiera per la durata dell’esposizione.