Pagani è un piccolo centro tra Napoli e Salerno. E a Pagani si disegna il futuro delle reti di nuova generazione. Così come negli ultimi trent’anni vi ha preso forma la rivoluzione della telefonia mobile.
E Pagani, con i suoi 270 ricercatori al lavoro per Ericsson, è al centro di un triangolo di accademie – Fisciano, Sannio e Napoli – cui attinge per accrescere la competenza in particolare sulle tecniche avanzate del software: quelle soluzioni che ogni sistema di comunicazioni deve avere per riuscire a garantire la la protezione legale dei dati e del traffico. È qui che si sviluppano i sistemi di sicurezza che prevengono azioni malevoli di attacco e intercettazione.
È il centro di eccellenza a livello mondiale in cui Ericsson fa questa attività: dallo smistamento delle informazioni tra i vari punti della rete alla cybersecurity.
Ma perché proprio in questo centro nel meridione d’Italia? “La scelta dell’Italia è dovuta al fatto che comunque le nostre università continuano a esprimere il meglio nel mondo per quanto riguarda lo sviluppo degli apparati. E lo facciamo da anni” dice Alessandro Pane, Direttore R&S di Ericsson in Italia. “Quando si parla di comunicazioni mobili, l’Italia è sempre all’avanguardia. E’ stato per tanti anni il Paese che ha saputo innovare. Nel mondo del privato sulla digitalizzazione non c’è un gap con gli altri Paesi. E’ nel pubblico che l’Italia è indietro per via dei ritardi che abbiamo avuto, ora c’è bisogno di uno sforzo, che si sta facendo, per portare la Pubblica amministrazione allo stesso livello del privato”.
E per Ericsson la collaborazione con gli atenei è fondamentale. “Il rapporto con le università come pure con i centri di competenza di settore si differenzia molto da dipartimento a dipartimento” dice ancora Pane, “in quelli con cui collaboriamo con maggiore frequenza come ingegneria, telecomunicazioni, informatica e robotica, Artificial Intelligence e machine learning troviamo terreno fertilissimo dal punto di vista del modo di ragionare e di aprirsi a soluzioni vincenti sia per il privato che per l’Accademia”.
Oltre che a Pagani, dove si lavora principalmente sulla sicurezza della trasmissione dei dati, Ericsson ha altri due centri di ricerca in Italia: a Genova, dove si sviluppano sistemi di gestione e controllo e sistemi di trasmissione basati su fibra ottica e dove si attestano le prove di latenza del 5G interconnesse all’IoT, e Pisa, dove sorge un centro di ricerca di base su Ottica e Fotonica e dove la collaborazione con la Scuola Sant’Anna ha permesso, ad esempio, di battere il record mondiale di trasmissione su 1.000 km di un pacchetto di dati raggiungendo il Terabit di banda.
Ma a che punto è la tecnologia di Ericsson? “Noi guardiamo a noi stessi” dice ancora Pane, lavoriamo per competere e qualificarci sul livello tecnico e di sicurezza dei nostri equipaggiamenti e delle nostre soluzioni. Lavoriamo in tutti i continenti e siamo in competizione con gli altri fornitori di settore sia per il livello tecnico e tecnologico dei nostri prodotti che per il servizio che siamo in grado di fornire essendo presenti in tutti i paesi del mondo. Il modo per migliorarci tutti i giorni: non pensare di essere più bravi per fattori che non siano competenze tecniche e commerciali, ma perché appunto mettiamo a disposizione reti che rispondono perfettamente alle esigenze dei nostri clienti. La rete del 5G non è solo questione di ampiezza di banda o di latenza, ma è una rivoluzione di tutto il sistema delle telecomunicazioni. Si tratta di cose che a breve toccheremo con mano e che grazie ad Ericsson sarà possibile avere con sistemi di reti performanti, efficienti, sostenibili e sicure anche grazie al talento e ingegno italiano”.