Si chiama Crew Dragon e prenderà il volo all’incirca tra un anno, e rappresenterà per gli Stati Uniti e per il mondo intero, una rivoluzione nel campo dell’esplorazione dello spazio. Solo sei pulsanti fisicamente “pigiabili”, per risolvere sei differenti tipi di emergenze; tutto il resto verrà gestito per la prima volta dagli astronauti tramite touchscreen.
Space X e Boing, le due aziende private che collaborano con la NASA per il programma spaziale americano, però non stanno soltanto costruendo per gli Stati Uniti una nuova navicella in grado di sostituire presto lo Space Shuttle, ma stanno creando di fatto un nuovo mezzo di trasporto.
Il progetto in pratica è quello di progettare una tecnologia “replicabile” dalle compagnie private per sviluppare quei famosi viaggi superveloci che Elon Musk, che di Space X è CEO e amministratore delegato, ha in mente ormai da tempo.
Come dice a Quartz Nemji Reed, il dirigente di SpaceX responsabile delle missioni dell'equipaggio, “Il volo spaziale umano è stato il motivo per cui SpaceX è stata fondata in primo luogo. Ogni volta che ci sediamo su una navicella ci chiediamo sempre: vuoi volare su questo? Vorresti mettere la tua famiglia su questo veicolo?".
Comandi nuovi dunque, innovazioni per rendere più semplice e “automatica” la vita dell’astronauta, partendo anche dalle tute; via quei tutoni pesanti ed ingombranti, Space X propone una tuta nuova, più snella, che già piace agli astronauti: “Abbastanza carina, non era il primo cambiamento necessario ma certamente apprezziamo“ dice Doug Hurley.
Tute che già i quattro astronauti designati per il volo inaugurale stanno utilizzando in questi mesi di addestramento, che è parte fondamentale della preparazione di un astronauta. Per essere pronto ad ogni genere di criticità infatti è stata ricostruita una navicella a grandezza naturale dove in questi mesi gli astronauti si sottopongono a ore ed ore di allenamento intensivo. Niente è lasciato al caso.
D’altra parte Gwynne Shotwell, presidente di Space X sull’argomento è stato chiaro: non consegnerà alla NASA niente di meno che una navicella perfettamente sicura. Da parte degli astronauti, sentiti straordinariamente in una conferenza stampa, invece la paura, dicono, più che altro, è di deludere quelle migliaia di persone che lavorano al progetto. Si perché mandare un uomo nello spazio ha, si, a che fare con l’apogeo dell’ingegneria, ma anche con la poesia di aver compiuto un’impresa enorme, come disse Neil Amstrong mettendo piede sulla Luna: “Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità”.