Riusciranno i nostri eroi?, mi sono chiesto in questi giorni mentre dagli Stati Uniti mi arrivavano notizie sempre più entusiasmanti dall’American Solar Challenge, la competizione più pazza dal mondo per macchine alimentate da energia solare, dal Nebraska all’Oregon, passando per il Wyoming e l’Idaho, l’America vera, quella del Far West, con i deserti, i canyon, le foreste. E loro, i concorrenti lì, come marziani, con queste automobili che sembrano piombate da un altro pianeta, come navicelle spaziali con le ruote e pannelli solari ovunque. Riusciranno i nostri eroi, mi chiedevo, quando ho saputo che il team italiano di Onda Solare, che qui risulta iscritto come “Bologna”, aveva passato le qualificazioni, che hanno eliminato 21 macchine su 28, compresi i fortissimi russi, ed era in finale contro le vetture delle migliori università americane, il MIT in testa.
È una magnifica follia, questa storia dell’auto solare, e io me ne sono innamorato da quando ho conosciuto Filippo Sala che in Italia è stato un pioniere e adesso anima questo team legato alla scuola Ferrari di Maranello, ai ricercatori universitari emiliani e a tutta quella filiera che va sotto il nome di Motor Valley. Ebbene, Onda Solare 4 ha vinto. Ha vinto nella categoria con più persone a bordo. Ha vinto il primo premio anche per i materiali. Ha vinto quello dell’efficienza energetica. Quello per il design. Ha vinto avendo scelto di non ricaricare mai la batteria: nel giorno in cui la Ferrari vera, quella di Sebastian Vettel, usciva di strada per la pioggia nel Gran premio di Formula 1, questa è arrivata prima al traguardo dopo 2735 chilometri percorsi in poco più di 58 ore, quasi 50 chilometri orari di media senza una goccia di benzina. Solo grazie al sole. E’ un piccolo grande trionfo. Della tecnologia italiana. Ma fatemelo dire, del cuore di questo team, che ha invano elemosinato sponsor e sostegni e che alla fine si è quasi autofinanziato. E che adesso è qui a dirci che la frontiera della mobilità e dell’energia forse si è finalmente spostata un po’ più in là.