La start up torinese Enerbrain, nata nel 2015, all’interno dell’Incubatore Imprese Innovative del Politecnico, sbarca con una joint venture in Giappone. E’ l’ultimo capitolo dell’avventura della società torinese, nata per volontà di un gruppi di amici con conoscenze che vanno dalla cibernetica all’ingegneria ambientale, che con un’innovativa tecnologia si propone di abbattere i consumi degli impianti energetici, soprattutto di grandi edifici non residenziali, come scuole, aeroporti, centri commerciali, ospedali, del 30%. Giuseppe Giordano è Ceo di Enerbrain, la società che ha sede sulla collina torinese e che vede la presenza di una trentina di collaboratori con un’età media intorno ai 30 anni.
Quali sono gli inizi di Enerbrain?
Dopo la laurea in architettura sono andato negli Stati Uniti per studiare e prendere un master in sostenibilità ad Austin. Ho lavorato per due anni ad un progetto di un dispositivo che controllava i consumi elettrici. Poi con Marco Martellacci, che stava lavorando ad un sistema di attuazione e controllo delle caldaie, abbiamo pensato che il suo algoritmo di controllo potesse essere integrato al mio sistema di monitoraggio. Il nostro sistema non si limita a tenere sotto controllo i consumi ma interviene automaticamente per migliorare il bilancio energetico di un edificio. Taglio dei costi della bolletta dunque, ma anche miglioramento della qualità dell’aria. Un dato quest’ultimo per noi molto importante anche alla luce dei recenti studi che sottolineano l’impatto della qualità dell’aria sia sulla salute che sull’efficienza delle persone nei luoghi di lavoro e non solo.
Come funziona il sistema brevettato da Enerbrain?
Si basa su sensori ambientali ‘plug&play’ che monitorano in tempo reale i parametri di un edificio per migliorarne l’efficienza energetica. Vengono monitorati continuamente l’umidità, la temperatura ed il livello di Co2 nell’aria ma anche cambiamenti climatici esterni ed il numero di persone presenti. Enerbrain non si limita a controllare i consumi, ma interviene automaticamente per ridurli, affiancando agli impianti esistenti un attuatore che consente di ottenere le giuste condizioni. L’idea è quella di rendere ‘smart’ i grandi edifici non residenziali con un sistema intelligente che tagli da subito i consumi del 30%. L’obiettivo è quello di migliorare il bilancio energetico di un edificio ed il gestore può verificare, in ogni momento, l’efficienza degli impianti, anche attraverso lo smartphone. Una tecnologia la nostra non invasiva e che con un apposito kit fornito, consente nel giro di una giornata di applicarlo ad un edificio senza modificare la struttura degli impianti.
Dal brevetto del sistema al mercato, quali sono al momento i vostri principali interlocutori
Uno dei primi luoghi in cui abbiamo testato la nostra tecnologia è stato l’edificio del Lingotto a Torino, poi ci siamo rivolti alla grande distribuzione, alle catene di ristorazione come Burger King, ad uffici come il Talent Garden di Milano. Al centro commerciale “8 Gallery” di Torino, ad esempio il restyling ‘sostenibile’ ha tagliato le spese annue di circa 350 mila euro, con un miglioramento del livello di confort per gli utenti passato dal 51% al 91%.
Con la pubblica amministrazione lavoriamo attraverso le utility: a Torino stiamo portando avanti diversi progetti con Iren . La nostra tecnologia, inoltre, è stata installata al Teatro Carignano di Torino e prossimamente dovrebbe arrivare anche alla Mole Antonelliana, l’edificio simbolo della città.
E per quanto riguarda l'estero?
Siamo presenti,o come diciamo noi, stiamo via via mettendo bandierine in diversi Paesi europei come Benelux, Inghilterra, Germania, Austria, Spagna e Portogallo e proprio in questi giorni stiamo portando la nostra tecnologia in un ospedale di Parigi. Un cammino che in qualche modo vogliamo sottolineare concretamente: ogni volta che Enerbrain entra in un edificio viene piantato un albero.
Tra i progetti, che stiamo realizzando anche la prima ‘Social Smart City’ al mondo, che nascerà in Brasile, alle porte di Fortaleza. L’iniziativa, portata avanti con ‘Planet Idea’, azienda italiana specializzata nella progettazione di ecosistemi smart in ambito urbano, si propone di creare un centro urbano destinato ad ospitare circa 25 mila abitanti; una città intelligente , progettata in base ad elevati parametri di sicurezza, sostenibilità e qualità della vita ma, al tempo stesso, accessibile a bassi costi. Un progetto pilota destinato a delineare il futuro delle smart city.
E poi, notizia di questi giorni, la prima joint venture in Giappone. Due anni fa siamo stati invitati dall’ambasciata italiana in occasione dei 50 anni delle relazioni tra Italia e Giappone, con alcune altre aziende innovative del nostro Paese, con la possibilità di incontrare imprese giapponesi in vista di possibili accordi. In quell’occasione siamo venuti in contatto con un’azienda che importa dall’Italia, che è diventata nostro partner e con la quale abbiamo siglato un’intesa per esportare la tecnologia Enerbrain anche in quel Paese.
Quali i prossimi passi?
L’obiettivo primario della nostra tecnologia è certamente la riduzione consistente dei costi in bolletta ma, allo stesso tempo, una crescente consapevolezza dell’importanza e dell’impatto dell’efficienza energetica sulla nostra vita di tutti i giorni. E’ stato calcolato che se il sistema ideato da Enerbrain fosse installato in tutti gli edifici non residenziali nel mondo, nel 2019 avremmo 1,6 miliardi di tonnellate di Co2 in meno immesse nell’ambiente, l’equivalente di 170 milioni di alberi. Noi ci crediamo e vogliamo in qualche modo fare crescere questa consapevolezza. Efficienza energetica è ancora un tema non entrato nella quotidianità, noi vogliamo riuscire a trasformare un piatto di difficoltà consistente in una buona pizza al taglio apprezzata da tutti.