Parte la missione che porterà la Nasa ad esplorare gli abissi più profondi di Marte, con la speranza di riuscire a stendere una vera e propria mappa delle profondità del Pianeta Rosso.
La Missione Insight porterà, dopo un viaggio di sette mesi, una navicella a sganciare un lander sulla superficie del corpo celeste in corrispondenza della Piana degli Elisi, una porzione di suolo marziano di natura lavica, posto all’altezza dell’equatore, priva di pietre e di vento, dove il mezzo meccanico potrà muoversi liberamente.
Due anni per scoprire i segreti più nascosti
Si tratterà del primo sbarco su Marte della robotica terrestre, riferisce il Guardian. Le ricerche vere e proprie inizieranno con dei saggi condotti con una strumentazione simile a quella usata nelle perforazioni petrolifere che permetteranno di raccogliere dati sulla temperatura interna del pianeta all’aumentare della profondità.
Contemporaneamente verrà fissato in superficie un sismografo in grado di percepire vibrazioni del terreno di ampiezza inferiore persino ad un semplice atomo, per raccogliere dati su quelli che gli scienziati chiamano “martemoti”. Si spera, nel corso dei prossimi due anni, di riuscire a registrare tra le 20 e le 100 scosse superiori ad una intensità di almeno 3,5 gradi Richter, e di riuscire ad intercettare il segnale della caduta di meteoriti su tutta la superficie marziana. Lo stesso per gli innalzamenti della crosta dovuto alle fasi di Febo, la luna marziana, un fenomeno simile a quello che sulla Terra sono le maree.
Un pianeta rimasto troppo piccolo
Tra i dubbi che gli scienziati intendono chiarire quello che riguarda il blocco della crescita del pianeta, che risulta essere grande la metà della Terra nonostante una densità di gran lunga minore.
Costo della missione circa 800 milioni di euro. La speranza è di riuscire, alla fine, ad avere la piena conoscenza degli strati che compongono crosta, cuore e mantello del corpo celeste.