Facebook ha rimosso messaggi privati del suo Ceo Mark Zuckerberg e di altri dirigenti dalla casella (inbox) di varie persone con cui avevano avuto una chat tramite la piattaforma, rivela TechCrunch. Una funzione inesistente per tutti gli altri utenti Facebook, che possono solo cancellare i messaggi nella propria casella ma non quelli ricevuti dalle persone con cui si sono scritte. Facebook ha confermato a TechCrunch l’avvenuta rimozione spiegando che alla base ci sarebbero ragioni di sicurezza aziendale.
“Dopo che le email di Sony Pictures sono state violate nel 2014 - ha scritto Facebook in una nota - abbiamo fatto una serie di modifiche per proteggere le comunicazioni dei nostri dirigenti. Queste includono il fatto di limitare il periodo di conservazione dei messaggi di Mark su Messenger. Lo abbiamo fatto rispettando i nostri obblighi legali a preservare i messaggi”.
Facebook non avrebbe però mai comunicato questa decisione né avrebbe avvisato i destinatari delle comunicazioni in questione. Un portavoce dell’azienda ha inoltre confermato a TechCrunch che gli utenti normali possono solo cancellare i messaggi nella loro casella. Né sembra esserci un limite al periodo di conservazione dei messaggi oltre il quale questi sono cancellati.
Certo per gli utenti sarebbe invece utile una funzione del genere, considerata la fatica di dover andare manualmente a cancellare vecchi e dimenticati messaggi. E il sistema a due corsie appena svelato non ha mancato di suscitare commenti critici in vari osservatori, in un momento in cui il social network già non gode di buona pubblicità.
“È un comportamento molto losco da parte di Facebook”, ha commentato in più tweet il giornalista esperto di Silicon Valley, Casey Newton. “Molti di noi vorrebbero vedere sparire automaticamente i vecchi messaggi. Ma solo i top dirigenti (segretamente) godono di questo benefit. Facebook ora riconosce che ha un sistema di protezione della privacy a due livelli, uno per gli utenti normali che devono vivere con i loro vecchi stupidi messaggi per sempre e uno che permette al Ceo di sparire in un buco della memoria (...) Ricordiamocelo quando la prossima settimana diranno al Congresso di prendere la nostra privacy molto sul serio”.
La prossima settimana infatti Mark Zuckerberg andrà a testimoniare in due diverse audizioni del Congresso americano, previste per il 10 e l’11 aprile. C’è molta attesa per quello che potrà essergli chiesto e per quello che dirà. Malgrado le misure annunciate da Facebook per dare più controllo agli utenti sui loro dati, lo scandalo Cambridge Analytica non si è ancora placato. Non solo perché nei giorni scorsi il numero di profili coinvolti è aumentato ulteriormente; ma anche perché la vicenda ha portato in primo piano una serie di meccanismi, sfruttati da Facebook e da molti altri soggetti, per raccogliere informazioni dalle persone senza il loro pieno consenso. E soprattutto senza l’effettiva consapevolezza di come questi dati possono essere analizzati, trasferiti, riutilizzati per altri scopi.