Secondo il dizionario Treccani, la casa è “un organismo architettonico rispondente alle esigenze particolari dei suoi abitatori”. Siccome le esigenze particolari, per significato stesso, sono variabili e soggettive, la casa diventa espressione della personalità e dei ritmi di vita di chi la abita.
Questo non lo comprendiamo solamente arredando le nostre case, ma anche visitando quelle degli altri. L’atmosfera in cui veniamo proiettati quando varchiamo la soglia dell’appartamento di qualcuno, ci dice molto sulla natura di chi la occupa.
Da quanto tempo la abita, ad esempio, se si tratta una dimora stabile oppure di transizione, quanto tempo il soggetto trascorre tra le mura domestiche - in base alla cura dei dettagli o della pulizia - i gusti estetici, certo, ma anche la qualità del suo tempo libero, il grado di istruzione, ecc. Insomma, la casa, spesso, parla per noi e parla di noi.
Cosa dice l’ultimo rapporto DOXA
Dall’ultimo report di Doxa, una delle principali aziende italiana di ricerche di mercato, realizzata nel novembre del 2017 su un campione di 6.000 interviste, emerge come la casa sia in cima alle priorità degli italiani per il 74% degli intervistati. Nondimeno, per 4 italiani su 10, l’attaccamento alla casa è aumentato rispetto a cinque anni fa. E questa percezione non subisce grandi modifiche se si parla di proprietari o di locatari. Buona parte degli italiani, quindi, confessa di trovarsi bene nella propria abitazione, ma se potesse farebbe dei cambiamenti. Su una scala da 1 a 10, il campione ha risposto che il gradimento rispetto alla propria casa è, in media, di 7,6.
La ricerca ha portato all’individuazione di 6 archetipi fondamentali di casa. Quelli con le percentuali più alte mostrano come la nostra epoca, ricca di innovazioni, stia influenzando sempre più il nostro rapporto con essa:
- Polyfunctional Home (30%)
- Smart Home (13%)
- Zero Impact Home (11%)
Il dato più interessante che emerge dalla ricerca è infatti quello che vede in vetta una cosiddetta casa polifunzionale: “Una casa molto vissuta e in cui il comfort può essere relegato solo ad ambienti specifici della casa, cedendo spazio all’efficienza. (…) un’appendice del proprio ufficio, sfruttando tutti gli ambienti a disposizione anche per lavorare. (…)”. Una casa che non è solo un luogo dove sentirsi al sicuro ma che risponde, sempre più, alle nostre esigenze.
Casa e Lavoro
Viviamo un periodo di grande mutamento nel modo in cui viviamo le mura domestiche. Basti pensare all’avanzamento continuo del lavoro agile. Secondo la ricerca (2017) dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano (MIP), su un campione di 67 grandi imprese italiane, il 36% ha iniziative strutturate di smart working (il 6% in più rispetto all’anno precedente, ndr.). È dunque in crescita costante la possibilità di trascorre più tempo a casa durante le ore di ufficio.
Gli italiani ricercano sempre più una casa specchio della propria personalità, che tuttavia rimanga un luogo flessibile e di incontro. Un luogo che coniughi i differenti aspetti della propria quotidianità e che sia permeabile al lavoro e alla socialità, soprattutto nella fascia tra i Millennials e i 35-44enni, “responsabili in prima persona delle scelte che riguardano la casa”. Sorge dunque spontanea la questione: È chi abita la casa a plasmarla secondo le proprie necessità, o sarà sempre più la casa stessa e la sua continua evoluzione a plasmare la vita di chi la occupa?