Il pezzo forte della Sloan Sports Conference organizzata venerdì scorso dal Mit di Boston era l'intervento di Barack Obama. Un intervento a tutto campo, dove il presidente degli Stati Uniti ha parlato di cambiamento climatico (non risparmiando qualche frecciata a Trump), del movimento #MeToo e di internet, riservando ai social network un paio di affermazioni piuttosto forti. Ai giornalisti presenti era però stato proibito di scriverne per motivi che non risultano affatto chiari. E a chiunque non si fosse ottenuto all'irrituale divieto sarebbe stato impedito di partecipare alle future edizioni della conferenza. Nondimeno, nel 2018, è abbastanza utopistico pretendere di organizzare un evento "off the record" di fronte a centinaia di astanti, tutti con uno smartphone in tasca. E infatti la registrazione integrale del discorso è filtrata ed è stata diffusa da Reason, una rivista online di orientamento "libertarian" che ne ha pubblicato un sunto. Nondimeno, colpisce non solo il divieto ma anche che, come riporta ReCode, i partecipanti su Twitter abbiano condiviso ben poco della loro esperienza, rendendo ancora più profondo il blackout informativo.
"Google e Facebook sono un bene pubblico"
Obama ha descritto i social network come "una potenziale forza del bene di enorme potenza" per poi sottolineare che "è vero anche che le nostre piattaforme di social media sono solo uno strumento. L'Isis può usare questo strumento. I neonazisti possono usare questo strumento. Credo che le grandi piattaforme - Google e Facebook sono le più ovvie ma anche Twitter e altre sono parte di questo ecosistema - debbano avere una conversazione sul loro modello di business che riconosca la loro natura di bene pubblico oltre che di impresa commerciale. Non sono solo una piattaforma invisibile, stanno plasmando la nostra cultura in maniera potente".
Rischi per il funzionamento della democrazia?
E, secondo l'ex inquilino della Casa Bianca, questo fenomeno è in larga parte negativo: "Essenzialmente, ora abbiamo realtà del tutto differenti che vengono create non solo con opinioni differenti ma, ora, con fatti contrastanti. E non si tratta solo di bot di ispirazione russa e bufale. C'è la pagina di Fox News contro quella del New York Times. Se si guarda alle diverse fonti di informazione, non descrivono la stessa cosa. In alcuni casi non parlano nemmeno della stessa cosa. E in questo modo diventa molto difficile capire come la democrazia, nel lungo termine, possa funzionare dentro tale contesto". Obama ha quindi sottolineato come in Paesi autoritari come la Cina sia il governo a decidere quali punti di vista possono essere espressi in pubblico ma "non è quello che siamo, non è la società nella quale vogliamo vivere. "Colossi mediatici come Facebook e Google dovrebbero tenere a mente che il governo degli Stai Uniti ha un ruolo da giocare nell'assicurare che siano in vigore regole di base che creino campi da gioco equi".
Insomma, parole che si inseriscono nel più ampio fenomeno del "techlash", ovvero la levata di scudi di molti esponenti della politica contro uno strapotere che vuole il più possibile sfuggire alle maglie della regolamentazione pubblica. Da questo punto di vista, suona ancora più inquietante il silenzio stampa imposto dagli organizzatori, che presumibilmente conoscevano il contenuto dell'intervento di Obama in anticipo. A voler pensar male, sembrerebbe quasi uno sforzo di essere più realisti del re di fronte ai propri nuovi padroni.