A metà degli anni 70, quella che sarebbe divenuta la rete Internet si chiamava ancora ARPAnet, era finanziata dal governo USA (Defense Advanced Research Project Agency) e l’indirizzamento degli host della rete era realizzato attraverso indirizzi numerici a 32 bit. I soggetti che intendevano interagire con i loro colleghi collegati ad altri host non rilevavano problemi gestionali nelle tabelline numeriche per indirizzare i loro partner.
Come nasce un dominio
Già all’inizio degli anni '80, quando gli host cominciavano ad essere dell’ordine di migliaia e fu evidente che doveva essere definita una nuova struttura dei nomi simbolici di internet; quindi, nel periodo dal 1981 al 1987, fu pensato e completamente definito il sistema dei nomi a dominio (Domain Name System – DNS). I
In estrema sintesi, nel DNS lo spazio dei nomi è organizzato come un albero gerarchico, a partire da una radice. Sotto la radice (pensando l’albero rovesciato), si trovano i domini di primo livello e ciascuno può essere a sua volta in domini di secondo livello, come ad esempio “rai.it”, e così via sino a qualunque profondità. Il dominio “.it” rappresenta quindi un dominio di primo livello.
Dal punto di vista pratico, questo spazio dei nomi viene realizzato come un data base distribuito, dove le varie zone del DNS sono su dei “name servers” i quali provvedono a risolvere la corrispondenza tra i nomi a dominio e gli indirizzi IP per le zone di loro competenza.
È intuitivo che i nomi a dominio e il loro corrispondenti sono indispensabili per assicurare che tutti gli utenti di Internet siano raggiungibili in modo univoco e, per questo, si impone una autorità centrale che ha il nome IANA (Internet Assigned Numbers Authority) inizialmente gestita dalla Università della Southern California.
Da .com a .it
Dopo una fase nella quale furono creati nomi a dominio di primo livello TLD (Top Level Domain di tipo generale) per utenza prevalentemente americana come il .com, .net e .org (solo per citare i più comuni), si iniziarono a inserire i “country code TLD” definiti con due caratteri identificativi degli stati riconosciuti dalle Nazioni Unite.
L’Italia, attraverso il GARR (Gruppo Armonizzazione Reti della Ricerca) è stata una delle prime nazioni europee ad adottare i protocolli di Internet IP e il CNUCE del CNR aderì al progetto ARPAnet sino dall’inizio degli anni 80; infine realizzò il primo collegamento permanente il 30 aprile del 1986. Dopo questo collegamento, il CNUCE veniva incoraggiato dai partner dell’Internet italiano a gestire la assegnazione dei nomi a dominio.
Amarcord per smanettoni
Per la definizione e le regole per registrare i nomi a domnio sotto il “.it”, inizialmente era stato impegnato un gruppo di esperti provenienti da tutti gli ambienti che facevano uso della posta elettronica in Internet chiamato ITA-PE; questo gruppo ha successivamente assunto il ruolo di Naming Authority. La Naming Authority italiana era quindi una entità distinta dalla Registration Authority gestita dal CNUCE e poi dal Nuovo Istituto IAT (Istituto per le Applicazioni Telematiche).
Al tempo della assegnazione dei primi ccTLD, la assegnazione era coordinata dal Guru di IANA Jon Postel in modo pragmatico, senza particolari formalità, basandosi sui centri di competenza e sul concetto generico di “consenso” per quanto riguarda la scelta di una determinata organizzazione. Per quanto riguarda il caso italiano si trovò una accordo con la università di Genova che aveva un centro di competenza riconosciuto a livello internazionale per le reti per la ricerca, come lo aveva il CNUCE, che fosse questo ultimo ad avanzare la proposta per la gestione del ccTLD “.it”
Jon Postel quindi assegnò la gestione del registro con lettera del 23 dicembre 1987 che assegnava il ruolo di Administrative Contact a Stefano Trumpy ed il ruolo di Technical Contact a Blasco Bonito. Il “.it” risultò il diciannovesimo ccTLD assegnato in una compagine che oggi è formata da 240 country code TLD.
Il primo nome che fu registrato è stato cnuce.cnr.it
La crociata web in Italia
Nei primi anni dopo la assegnazione, il CNUCE fece promozione negli ambienti accademici e di ricerca pubblica per convincere e registrare nomi a dominio per l’uso di Internet e il processo avveniva con una certa lentezza. I dati che seguono danno invece il segnale che la crescita stava aumentando sensibilmente. Nel 1995 vennero registrati 1.312 domini, quindi una media di 110 al mese; nel 1996 vennero registrati 5.243 domini, con una media di 450 al mese; nel 1997 vennero registrati 14.807 domini, con una media di 1.250 al mese; nel 1998 vennero registrati 16.148 domini, con una media di circa 2.000 al mese. Questi dati confermano che ormai l’utilizzo di Internet stava uscendo in settori esterni all’ambiente della ricerca.
I numeri del boom
- 1995 registrati 1.312 domini, 110 al mese
- 1996 registrati 5.243 domini, 450 al mese
- 1997 registrati 14.807 domini, 1.250 al mese
- 1998 registrati 16.148 domini, 2.000 al mese
La registrazione è stata gratuita fino alla fine del 1997, anche se le risorse dedicate stavano crescendo; a cavallo degli ultimi due anni si è formata un’organizzazione progressivamente più impegnativa, si sono definite regole contrattuali per coinvolgere gli Internet Service Provider ed è quindi iniziata una attività di servizio remunerato.
Il mio ruolo di direttore del registro andò attenuandosi nei fatti nel 1999 e terminò formalmente nel 2000 quando già operavo in ICANN (Internet Corporation for Assignad Names and Numbers) come delegato italiano nel Governamental Advisory Committee
-------------------------------------------------------------------
Dettagli per la storia intermedia non servono qui