Sembra un raduno di auto sportive invece è un test di guida autonoma, il primo realizzato in Cina in una strada pubblica. Le auto bianche e blu avvistate a nord di Pechino in una zona a traffico limitato, con un pilota al volante inerte ma pronto a intervenire in caso di un errore dei software, sono di Baidu, il motore di ricerca numero uno in lingua cinese: lo sfidante di Google anche nel settore delle tecnologie delle auto senza pilota. Lo riferisce il Financial Times. Se il gigante di Mountain View ha creato Waymo in collaborazione con Tesla (che ha ceduto il 5% a Tencent, l’altro gigante che insieme a Baidu e ad Alibaba compone il triumvirato BAT dell’hi-tech cinese in concorrenza con il club della Silicon Valley), il colosso cinese guidato da Robin Li ha stanziato a settembre scorso un fondo da 1,3 miliardi di euro per sviluppare le tecnologie per le vetture a guida autonoma. Si chiama Apollo ed è un software open source – il migliore in Cina secondo gli analisti – che Baidu punta a lanciare presto sul mercato. Un progetto che il Ceo accarezza dal 2013.
Potrebbe esser proprio Baidu il miglior candidato a diventare leader di un settore che in Cina, secondo le stime, avrà un valore di oltre 100 miliardi di dollari entro il 2025. Come? Grazie alla potenza dell’algoritmo, allo sviluppo di partnership commerciali e a un fortissimo supporto statale che di fatto esclude dal mercato la concorrenza straniera. I test sono fondamentali per garantire l’affidabilità della tecnologia, e Baidu ne ha già realizzati diversi su strade a circuito chiuso: a Wuzhen, nella provincia dello Zhejiang, lungo un tratto di 3 kilometri, e nella capitale cinese, nel 2015. Lo stesso Robin Li aveva provocato la polizia municipale nel luglio dello scorso anno testando a Pechino una delle sue auto bianche e blu. Senza permesso.
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Il tema però è anche un altro, e riguarda il vuoto normativo: in Cina non esistono ancora leggi sui test di guida autonoma sulle strade pubbliche, il governo cinese ci sta lavorando. Secondo i vertici di Baidu saranno pronte entro la fine di quest’anno. I dirigenti del colosso di internet hanno inoltre confermato che stanno collaborando con le autorità locali per arrivare il prima possibile, forse nel febbraio del 2018, a realizzare i primi test legali. Oggi sono almeno cinque le aziende cinesi, tra cui la stessa Baidu, a possedere licenze per svolgere test sulle strade pubbliche della Silicon Valley, grazie a un programma sperimentale messo a punto dal California Department of Motor Vehicle. I progressi del settore, dunque, dipendono dai tempi di risposta del legislatore cinese. Che saranno veloci: robotica e intelligenza artificiale sono infatti tra i settori strategici del piano Made in China 2025, con il quale la Cina punta a diventare leader delle tecnologie del futuro.
Oltre ai tempi normativi, rispetto al mondo californiano, la Cina ha un problema in più: il traffico indisciplinato. I guidatori cinesi sono noti per lo scarso rispetto del codice stradale. E così, ironizza Robin Li, “per attraversare Pechino ci vorranno due ore in più perché l’algoritmo rispetta le regole”.Così, la vera sfida saranno i semafori rossi.