Ernst & Young ha acquisito Applix, l'ex startup specializzata nello sviluppo di soluzioni mobile, piattaforme e app per aziende e istituzioni fondata da Claudio Somazzi. La cifra dell'investimento non è stata rivelata, ma da quanto risulta ad Agi l'azienda nel 2016 ha raggiunto un fatturato di circa sei milioni di euro e in cinque anni ha acquisito tre aziende per completare il proprio modello di business.
Nata nel 2010, con sede a Cagliari, Applix ha costruito negli anni una struttura con uffici in Europa, America e Asia. Claudio Somazzi, 50 anni, milanese, amministratore delegato, la lancia con Marco Cirilli, e in pochi anni diventa uno dei buoni esempi dell'ecosistema italiano dell'innovazione. Nel 2011 è una delle prime startup a raccogliere un investimento a sei zeri. I soldi, 3 milioni di euro, li prende dal Fondo Ht per il Mezzogiorno, voluto dalla presidenza del consiglio nel 2009 e chiuso 4 anni dopo. Sempre nel 2011 ha ricevuto visibilità internazionale perché una delle sue app, Virtual History Roma, è stata citata da Steve Jobs durante la presentazione dell'iPad2. Il percorso però non si è fermato, come spesso accade, a un investimento e a qualche complimento (per quanto molto prestigioso).
Con i soldi raccolti dal fondo pubblico Ht, la società che oggi entra in EY assume sviluppatori e inizia la sua singolare strategia (per una startup italiana): per crescere non attende nuovi fondi da venture capital a punta sulle acquisizioni. In meno di quattro anni ne chiude tre: Xorovo nel 2012, Bsmart nel 2014 e Melazeta nel 2015. Adesso arriva l'exit. EY, richiamata anche dal centro di innovazione sardo di Applix collegato all'Università di Cagliari, chiude così un percorso di open innovation. Si apre cioè alle tecnologie di una società tecnologica. Lo ha fatto prima attraverso un processo di selezione, passato dal coinvolgimenti di Applix nella realizzazione di progetti digitali per i clienti di EY. Poi con l'acquisizione.
"L'integrazione del nostro team in EY - afferma Claudio Somazzi - è la logica conclusione di un processo di crescita durato sette anni, che ora puo' finalmente contare su un booster di business e competenze assolutamente unico". Andrea Paliani, responsabile della consulenza per EY nell'area mediterranea, definisce l'accordo "una delle piu' innovative operazioni di incubazione di scale up nel mondo della consulenza manageriale".