In "La risposta", breve racconto fantascientifico scritto da Fredric Brown nel 1954, i computer di tutti i pianeti abitati dell'universo vengono connessi in un unico circuito che dà vita a un supercalcolatore racchiudente il sapere di ogni galassia. "C'è Dio?", domanda lo scienziato che ha l'onore della prima domanda. "Sì, adesso un Dio c'è", risponde la gigantesca macchina. Lo scienziato, in preda al terrore, si precipita verso la leva dello spegnimento ma viene incenerito da un fulmine che cala dal cielo e fonde la leva, inchiodandola per sempre al suo posto. Un racconto che è stato citato più volte da Stephen Hawking nei suoi ricorrenti moniti sulla pericolosità dell'intelligenza artificiale. Come le scarpe di Marty McFly o i 'microwire' di Robert Heinlein, presto anche questa invenzione narrativa potrebbe diventare realtà. O almeno questo è l'obiettivo di Anthony Levandowski, l'ex ingegnere di Google salito agli onori delle cronache per le accuse di aver ceduto a Uber segreti industriali rubati a Mountain View.
Una divinità artificiale per un mondo migliore
A quanto si evince dai documenti depositati presso il Fisco Usa e rilanciati da Wired, Levandowski due anni fa ha fondato un'organizzazione religiosa no profit, denominata Way of The Future, con lo scopo - testuali parole - di "sviluppare e promuovere la realizzazione di una divinità basata sull'intelligenza artificiale e, tramite la comprensione e la venerazione della divinità, contribuire al miglioramento della società". L'associazione, o setta che dir si voglia, non ha risposto alle richieste di informazioni delle testate che hanno provato a contattarla. L'unica cosa certa è che ora Levandowski ha finalmente il tempo libero necessario per occuparsi di questa nuova avventura. Lo scorso maggio Uber lo ha infatti licenziato in seguito al clamoroso danno d'immagine legato al presunto furto di segreti industriali da Google.
Levandowski nel gennaio 2016 aveva lasciato Waymo, la divisione di Alphabet al lavoro da quasi otto anni sulle “self-driving cars, per fondare una sua startup, Otto, che puntava a sviluppare furgoni che si guidano da soli. Dopo appena sei mesi, Otto fu comprata da Uber per 680 milioni di dollari. Altri quattro mesi dopo, Uber avviò i suoi test su vetture senza conducente. Sulla base, aveva accusato Google, delle tecnologie che Levandowski avrebbe scaricato dai computer di Waymo.
Perché la Silicon Valley ha bisogno di un nuovo Dio
Per quanto distopica, se non genuinamente bizzarra, possa apparire l'iniziativa, una platea di potenziali fedeli per il nuovo culto esiste e l'idea dietro Way of the Future si presta ad alcune considerazioni antropologiche non banali. Il senso del sacro è innato nell'uomo e ha sempre bisogno di essere soddisfatto: se Dio è morto, ci si rivolge ad altro. Così si spiegano, ad esempio, la mania dello spiritismo all'inizio del XX secolo o il fanatismo di natura religiosa suscitato dalle grandi ideologie totalitarie del Novecento. E anche l'evolversi della tecnica cambia le necessità spirituali: come sottolineò Yuval Harari, gli dei delle civiltà agricole non potevano che essere diversi da quelli delle società di cacciatori e raccoglitori. Allo stesso modo, sostiene Harari, la società digitale avrà bisogno di nuove divinità.
Proprio perché dominata dal razionalismo e da un generale rigetto, almeno in pubblico, delle religioni tradizionali, nella Silicon Valley hanno già iniziato a diffondersi idee che hanno il crisma del dogma religioso. Si pensi alla cosiddetta "Singularity", ovvero la convinzione che un giorno l'intelligenza artificiale surclasserà quella umana in qualsiasi campo, rendendoci obsoleti. O, più in generale, a tutto quelle dottrine che ricadono sotto l'ombrello del transumanesimo. Secondo Zoltan Istvan, il "libertarian futurista" che si è candidato a governare la California nel 2018, "Dio, se è la più potente delle 'Singularity', di sicuro è già diventato pura intelligenza organizzata, estendendosi sull'universo attraverso la manipolazione subatomica della fisica". Secondo Christopher Benek, un pastore floridiano che ha fondato l'Associazione dei Transumanisti Cristiani, le nuove frontiere dell'intelligenza artificiale saranno del tutto compatibili con il cristianesimo. "Si tratta solo di un'altra tecnologia che gli umani hanno creato sotto la guida di Dio e che può essere usata sia per il bene che per il male", ha spiegato Benek al Guardian, "sono assolutamente convinto che l'intelligenza artificiale possa partecipare ai propositi di redenzione di Cristo".