Il 4 ottobre 2017 è stato venduto il primo megawatt di energia elettrica attraverso una rete blockchain. Una piccola rivoluzione nel campo del mercato delle utility, avvenuta nel silenzio quasi totale, ma che presto potrebbe toccare la vita di tutti. Un computer della sede ungherese della società tedesca E.On ha chiesto ad una rete di altri computer fatta da 33 società consorziate di certificare l’acquisto di quel megawatt di energia da un venditore, che ha anche promosso e spinto per la nascita di quella rete: Enel.
"Renderemo più accessibile il mercato"
“È una grande novità”, spiega ad Agi Ernesto Ciorra, direttore per l’innovazione e la sostenibilità di Enel: “Finora quando dobbiamo comprare o vendere energia, o qualunque altra cosa tra società, dobbiamo usare diverse piattaforme , e avere a che fare con più intermediari. La nostra rete blockchain ci ha permesso per la prima volta di evitarlo. C'è in prospettiva un buon potenziale di abbassamento dei costi e di celerità nella transazione, nonché la possibilità di rendere più accessibile il mercato a tutti gli operatori, compresi quello medio/piccoli e, quindi, attraverso una maggiore liquidità, potenzialmente abbassare i costi complessivi che gravano sul consumatore finale”.
Cos'è la blockchain
La blockchain è un software retto da una rete di computer collegati tra loro. È nota per essere il ‘motore inarrestabile di bitcoin’, e di tutte le criptomonete. Traccia tutte le transazioni, che per avere luogo devono essere approvate dalla rete stessa: una sorta di libro mastro digitale, che deve essere scritto esattamente alla stessa maniera da tutti, nello stesso tempo. È un sistema perfetto, inattaccabile, che deve la sua invulnerabilità proprio al registro diffuso delle transazioni. E dove la sicurezza viene data da quella che possiamo definire una stretta di mano digitale, contemporanea e globale tra tutti i nodi (aziende, ma anche privati) della rete.
Enel ha creata una propria blockchain. L’ha fatta sviluppare in Germania, e proposta ad una serie di aziende dell’energia in Europa. Chiedendo loro qualcosa come: perché non ci gestiamo tra di noi in maniera più veloce e senza eccedere in lungaggini e costi di commissione? La tecnologia ci offre un modo per farlo in maniera facile e senza costi. “Ne abbiamo convinte 32, che con Enel diventano 33. Funziona, e vogliamo allargarla a quanti più operatori possibile”.
Ma blockchain è stata sempre legata a bitcoin, che ne garantisce in qualche modo la stabilità e la sicurezza. Enel però ha preferito evitare il pagamento in criptovalute e tracciare solo la compravendita di energia, certificandola attraverso i nodi della rete, e di mantenere il corrispettivo di denaro in euro. Una blockchain un po’ meno autentica, un po’ meno blockchain se vogliamo. “Il corrispettivo dello scambio è un certificato e in euro, è iscritto nella catena di blocchi, che ha valore legale”, continua Ciorra.
"Chiunque può vendere, comprare o regalare energia"
Il motivo, secondo Ciorra, è che apre un futuro in cui tutti possono comprare, vendere o, volendo, regalare energia a tutti i nodi della rete. Che per ora sono aziende, grosse società europee, ma che in futuro potrebbero essere privati, istituzioni, ospedali. “Se produco energia con un pannello fotovoltaico sul tetto di casa mia, e desidero venderla direttamente ad una società, oppure regalarla all’ospedale del mio paese,con una rete blockchain, in futuro potrò farlo direttamente.
L’energia è solo uno dei campi in cui questo protocollo diffuso di compratori, venditori e certificatori può essere applicato. La blockchain è allo studio di tutte le maggiori società finanziarie globali per il trasferimento di capitali da una parte all’altra del globo, delle società di assicurazione, delle case d’asta per garantire l’autenticità delle opere d’arte. E in molti sono certi che sarà la prossima grande rivoluzione tecnologica. Di un impatto sulle nostre vite pari a quella avuta da Internet.