L’uso delle applicazioni di messaggistica istantanea è diventata una consuetudine per gli italiani. Le chat moderne hanno sostituito gli SMS, poveri di funzioni, aggiungendo al testo, immagini, video, audio ed emoticons. Ecco perché hanno conquistato anche quella parte di popolazione che non vuole rinunciare alla ricchezza espressiva che i social media hanno introdotto, ma che, nel contempo, non desidera esporsi ad pubblico ampio e indistinto (qui le statistiche sugli italiani che usano i social media).
In assenza di statistiche ufficiali, ma grazie ad una serie di dati in mio possesso, acquisiti da diversi provider, ho provato a stimare gli utilizzatori attuali (a gennaio 2017).
WhatsApp è usato da 22 milioni di italiani (mentre a livello mondiale ha 1,2 miliardi di utenti attivi al mese), in crescita del 19% rispetto allo scorso anno. Il servizio si è imposto sul mercato per la sua semplicità di utilizzo, basato su un meccanismo di iscrizione (basta avere un numero di cellulare) e di avvio (usa la rubrica telefonica quindi non bisogna costruire una rete di contatti) immediati.
Di conseguenza la sua base utenti è molto trasversale, dai più giovani ai più anziani, che lo usano in media 11 ore e 30 minuti a testa, ogni mese. Anche se tra gli heavy users, che usano l’app più volte al giorno, il segmento 15-24 è il più sviluppato (dati demografici emersi dalla survey Blogmeter).
Leggi anche: le cinque alternative a WhatsApp
Facebook Messenger viene usato da 15 milioni di italiani (nel mondo da 1,2 miliardi di utenti attivi al mese), con una crescita del 25% rispetto al 2016. La sua utenza è meno sviluppata perché inizialmente imponeva l’iscrizione a Facebook per poter essere usato. Infatti gli heavy user sono soprattutto quelli appartenenti alla fascia dei 25-44enni. Il tempo di utilizzo mensile per persona è di 1 ora, quindi se ne può dedurre che viene sfruttato per comunicazioni brevi intrapersonali e non per lunghe discussioni in gruppo (tipiche di WhatsApp).
Legi anche: Facebook fa male, lo dice uno studio di Harvard
Skype segue con 8 milioni di utilizzatori italiani, ma in decrescita del 16% (nel mondo ha 300 milioni di utenti mensili). L’applicazione lanciata nel 2003 e poi acquisita da Microsoft nel 2011, ha avuto successo tra i consumatori e le aziende per la qualità delle chiamate (inizialmente basate su tecnologia peer to peer), ma il suo utilizzo è meno immediato delle app pure di instant messaging (processo di iscrizione più laborioso). Gli heavy users sono nella fascia 25-44 e anche qui l’uso per persona si ferma ad 1 ora al mese.
Leggi anche: Perchè i servizie segreti russo odiano Telegram
A sorpresa, al quarto posto, si piazza Telegram usato da circa 3,5 milioni di italiani, in crescita del 150% rispetto allo scorso anno (nel mondo sono oltre 100 milioni). L’utenza più attiva è quella dei 15-24enni, che lo usano per le sue caratteristiche di segretezza (è stato il primo ad introdurre una criptatura end-to-end) e per la presenza di BOT, che automatizzano il delivery dei messaggi. Queste funzioni stimolano un’attività media di 2 ore e 30 minuti a persona.
Viber è usato da circa 1 milione di italiani, in calo del 40% rispetto al 2016 (ma nel mondo è apprezzato quanto da 260 milioni di persone). Lo zoccolo duro è composta da italiani di età 25-44 che lo usa per 1 ora e 50 minuti in media al mese.
Chiudono la classifica WeChat ustilizzato da 280.000 italiani (in calo del 25%) per ben 6 ore (probabilmente soprattutto dalla comunità cinese in Italia) e Windows Live Messenger usato da 150.000 persone per circa 5 minuti, in caduta libera dopo il successo iniziale.
http://vincos.it/