Tanti ‘palloncini’ sorvolano i cieli del Perù con un obiettivo preciso: dare la connessione Internet a chi non ce l’ha. Sono in realtà dei mini palloni aerostatici, posizionati nella stratosfera, a circa 20 chilometri dalla terra, e firmati Google Alphabet. Decine di migliaia di peruviani sono riusciti a connettersi grazie a questa nuova tecnologia dopo l’alluvione che ha colpito il Paese nei primi mesi del 2017, uccidendo 94 persone e lasciandone senza tetto 700mila. Il Project Loon sta funzionando, l’esperimento di Google iniziato nel 2013 sembrava un’impresa impossibile e invece è diventato una realtà. Dai primi lanci in Nuova Zelanda sono stati fatti molti passi in avanti, come quello di riuscire ad utilizzare l’intelligenza artificiale per guidare i ‘palloncini’ nei cieli, così da poterli abbassare e alzare in base alle correnti atmosferiche. Ed è stato proprio grazie a questa scoperta che per connettere le tre città peruviane di Lima, Chimbote e Piura è stato usato un numero abbastanza limitato di palloncini. Project Loon non è l’unico esperimento che cerca di fornire una connessione internet dai cieli, è in fase di sviluppo nel Regno Unito anche il progetto Aquila di Facebook.
Come funzionano
Una scatola con l’apparecchiatura necessaria per accedere a Internet è posizionata sul piccolo palloncino aerostatico che poi viene lanciato nell’atmosfera. I palloncini sono partiti da Puerto Rico e poi piano piano sono stati spinti verso sud. “I primi test nelle tre città del Perù - racconta il team che si occupa del progetto alla Bbc - sono stati fatti a gennaio, quando sono iniziate le inondazioni. Prima erano stati eseguiti esperimenti solo su piccola scala”.
I risultati raggiunti
Da quando si trovano sui cieli del Perù i balloon di Google hanno inviato e ricevuto una quantità di dati, pari a circa 30 milioni di messaggi o due milioni di mail. La connessione ha coperto un’area di circa 40mila chilometri quadrati, più o meno grande quanto la Svizzera. Alla buona riuscita dell’operazione hanno contribuito molti operatori, tra cui Telefonica, la compagnia di telecomunicazioni spagnola che opera in Perù, e altre organizzazioni che hanno aiutato Google Alphabet a costruire le stazioni di terra, necessarie per il collegamento Internet.“ Abbiamo dato un aiuto, vista la situazione di emergenza che c’era in molte zone del Paese”, ha detto Dennis Fernandez di Telefonica."È stata una sfida logistica difficile da superare, soprattutto per le condizioni estreme in cui abbiamo dovuto operare”.
Il sistema ha funzionato così bene che gli utenti non hanno nemmeno notato la differenza. "I test che avevamo fatto nei mesi precedenti riguardavano più che altro l’aspetto tecnico di integrazione della nostra tecnologia con la rete telefonica, ma non avevamo mai provato il funzionamento direttamente sui cellulari”, ha dichiarato Alastair Westgarth, responsabile del progetto Loon.
La sfida futura
“La tecnologia è ancora in una fase iniziale e in Perù ha funzionato - spiega ancora Alastair Westgarth - grazie anche alle sperimentazioni che erano già in corso prima dell’inondazione. Ci sono ancora molte incognite che riguardano il progetto, prima fra tutte se continuare ad usare i palloncini oppure i droni. La sfida principale da affrontare è proprio quella di mantenere l’apparecchiatura in aria. Al momento un baloon ha una vita di circa 190 giorni.”