Dopo Apple e Google, anche Amazon capitola e – dopo sei anni di trattativa - si accorda per risarcire mamme e papà gli acquisti su app effettuati a loro insaputa dai figli. Almeno in Usa. Secondo la Federal Trade Commission (Ftc) – simile all’ Antitrust italiano - , che ha annunciato l’accordo con il gigante dell’e-commerce, gli acquisti oggetto di rimborso sono quelli effettuati tra il novembre 2011 e il maggio 2016 - perlopiù legati a giochi online -, per un valore totale di 70 milioni di dollari. Quanto ai criteri e alle modalità di risarcimento, non sono ancora stati pubblicati i dettagli.
Un gioco da ragazzi
La maggior parte degli acquisti senza controllo venivano effettuati dai bambini alle prese con i giochi online attraverso l'acquisto di "monete", "stelle" e altri oggetti virtuali fondamentali per continuare a giocare o salvare il livello. Per procedere con l'acquisto bastava cliccare sull'icona, senza dover inserire alcuna password o rispondere a richieste di autorizzazione rivolte al possessore della carta di credito. Un click e i soldi venivano scalati dal conto. Un gioco da ragazzi, letteralmente. Poi Amazon apportò alcune modifiche che, tuttavia, si rivelarono insufficienti: fu introdotta la password ma con durata di 60 minuti. In pratica dopo averla digitata una prima volta, era possibile effettuare nuovi acquisti per tutta l'ora successiva.
Una controversia lunga 6 anni
L’annuncio della Ftc è l’ultimo capitolo di una controversia iniziata sei anni fa. “La app di Amazon permette ai bambini di effettuare acquisti illimitati senza alcun ostacolo”, scriveva l’Ftc nel 2014, aggiungendo che “persino gli impiegati di Amazon hanno ammesso le criticità del sistema che loro stessi hanno creato”.
Nell’aprile del 2016, il Tribunale che ha esaminato il caso ha concordato con la Commissione giudicando “insufficiente” l’informativa di Amazon sugli acquisti online e respingendo la proposta del colosso guidato da Jeff Bezos di offrire gift card e buoni spesa.
Il sì al risarcimento di Apple e Google
Nel 2014 Apple decise di riparare i danni degli acquisti diretti sull’Apple Store, rimborsando i suoi utenti per 32 milioni di dollari. Nello stesso anno Google stanziò 19 milioni di dollari per i clienti di Play Store. Ma soprattutto i tre giganti hanno modificato le politiche di acquisti online rendendole più sicure.