Firenze - Si chiamano epilessie piridossino-dipendenti e sono forme delle malattie che spesso vengono sottostimate quando non si manifestano la nascita. Ritardi nella diagnosi posso portare a ritardi motori. Questo, in estrema sintesi, e' l'allarme lanciato dalla Societa' italiana di neurologia pediatrica (Sinp) in occasione del 72esimo congresso di pediatria in corso a Firenze. Il sintomo principale delle epilessie piridossino-dipendenti e' una crisi convulsiva che si ripete in modo prolungato e resistente ai farmaci anticonvulsivanti tradizionali. E' determinata dalla mancanza di vitamina B6, chiamata anche piridossina. "Quando questa sostanza e' insufficiente compare la crisi convulsiva che talvolta non viene correttamente diagnosticata", ha spiegato Raffaele Falsaperla, presidente della Sinp. "E' percio' fondamentale, specie per i pediatri che operano nelle strutture di Pronto Soccorso, effettuare una diagnosi precisa - ha continuato - per poter somministrare al piccolo paziente la vitamina B6, che in poche ore fa cessare le crisi convulsive. Questa forma di epilessia e' una malattia abbastanza rara: colpisce qualche migliaio di bambini in tutta Italia, soprattutto neonati. La difficolta' di diagnosi per lo specialista compare quando la patologia si manifesta in eta' successiva a quella neonatale. Durante l'allattamento, per esempio puo' non venire riconosciuta". L'epilessia piridossino dipendente spesso e' sotto-stimata quando non si si manifesta alla nascita, avvertono gli esperti. Il suo esordio e' variabile: nel 70 per cento dei casi compare in eta' neonatale o puo' anche piu' tardi, nei primi mesi di vita del bambino. "Purtroppo ad oggi la diagnosi non e' sempre tempestiva", ha detto Falsaperla. "Se la crisi non si presenta nel primissimo periodo di vita puo' essere misconosciuta. Ecco perche' e' importante sensibilizzare i pediatri nel riconoscere la patologia", ha aggiunto. (AGI)