Washington - Sono già finiti i giorni di gloria di Twitter: il social network di microblogging (massimo 140 caratteri) che per qualche settimana era conteso dai colossi come Disney Apple e Google, tutte defilatesi, ha perso oggi anche il suo ultimo, Salesforce.com. Ad ancitipare la notizia, presa dall'Ad Marc Benioff, è stato il Financial Times. Il titolo dell'uccellino blu è crollato repentinamente: a Wall Street ha perso oltre il 6% a quota 16,68 dollari. Pessimo modo per celebrare i 10 anni di vita. Malgrado sia molto popolare, specialmente tra i giornalisti, Twitter non e' mai riuscito a superare quota 300 milioni di utenti, senza mai fare un dollaro di utile. Sul fronte opposto il 'cugino' adulto, Facebook, che veleggia oltre gli 1,7 miliardi di account e miliardi di utili. A nulla è valso il ritorno lo scorso anno da Ad del cofondatore Jack Dorsey. Al momento l'azienda capitalizza un valore di 11,9 miliardi di dollari.
Twitter, il nobile povero del web
Senza discutere l'indubbia rilevanza del social network nel mondo dell'informazione moderna, tale tracollo è tutt'altro che complicato da spiegare: in dieci anni di esistenza Twitter non ha mai chiuso un trimestre in utile. Ovvero, in dieci anni di esistenza la compagnia non è riuscita a elaborare un modello di business in grado di generare profitti. I cambiamenti introdotti negli ultimi mesi potrebbero sicuramente tradursi in un aumento dei ricavi nei conti del terzo trimestre, che verranno pubblicati il prossimo 27 ottobre. A preoccupare è però il numero di iscritti che continua a crescere troppo lentamente. I numeri sono impietosi anche in questo caso. Negli Stati Uniti i rispettivi utenti, secondo i dati di Verto Analytics, spendono mensilmente una media di 9,4 ore al mese su Facebook, 3,6 ore su Snapchat e appena 1,90 ore su Twitter. Il confronto diventa ancora più imbarazzante se si guarda al semplice numero di iscritti: Twitter ne ha appena 313 milioni, lontanissimi non solo dagli oltre 1,7 miliardi di Facebook ma ormai anche dai 555 milioni di Tumblr (controllata da Yahoo) e dal mezzo miliardo di Instagram (di proprietà di Facebook). Senza una svolta, il social network dei cinguettii rischia di farsi sorpassare addirittura da Baidu, il suo epigono cinese, che ha oggi 300 milioni di utenti. (AGI)