Roma - "Gli studi di Yoshinori Ohsumi hanno aperto la strada alla comprensione dell'autofagia e della sua 'doppia faccia', quando cioe' questo processo di riciclo cellulare puo' contrastare o favorire alcune malattie". Lo ha spiegato all'AGI Mario Chiariello, dell'Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio nazionale delle ricerche, commentando l'assegnazione del nuovo premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia al biologo giapponese di 71 anni. "Ohsumi ha il merito di aver effettuato i primi esperimenti che hanno dimostrato l'esistenza dell'autofagia nel lievito per il pane, un modello di studio molto utilizzato per le cellule umane", ha riferito Chiariello. "La scoperta dei primi geni essenziali all'autofagia - ha continuato - ci ha poi permesso di capire quanto questo meccanismo sia cruciale in alcune malattie, come il cancro, il diabete e il Parkinson". Il ruolo dell'autofagia in queste malattie puo' essere molto diverso. Secondo l'esperto, in alcuni casi l'autofagia puo' essere una "alleata" o una "nemica". "Da un lato - ha spiegato Chiariello - l'autofagia consente di contrastare l'accumulo di materiale in eccesso o danneggiato che puo' portare allo sviluppo di malattie neurodegenerative come il Parkinson; dall'altra puo' favorire i meccanismi di resistenza dei tumori ai trattamenti: in questo caso l'autofagia altro non e' che un sistema che permette alla cellula tumorale di resistere allo stress causato dai trattamenti". La scoperta del ruolo dell'autofagia nei tumori ha gia' portato allo sviluppo di farmaci anti-cancro molto promettenti. "Ci sono trial clinici in corso - ha detto Chiariello - su farmaci che inibiscono l'autofagia che, in combinazione con altri trattamenti, si spera possa aiutare a sconfiggere la malattia". (AGI)