(AGI) - Catania, 25 lug. - Un relitto con il suo carico di anfore ai raggi x nel mare di Acitrezza. E un hub commerciale per la loro distribuzione del II secolo avanti Cristo, sulla rotta tracciata nell'Eneide. La Soprintendenza del Mare ha effettuato una serie di rilievi fotografici e prelievi di reperti sul relitto romano, al fine di creare il primo rilievo tridimensionale propedeutico ai prossimi lavori scientifici. Sotto la direzione del sovrintendente Sebastiano Tusa, l'archeologo responsabile di zona Philippe Tisseyre ha coordinato le operazioni di rilievo e documentazione, mentre l'elaborazione dei dati in 3D e' stata realizzata da Salvo Emma. Il carico si presenta come un cumulo di anfore di almeno cinque tipi ed e' ritenuto molto interessante per quanto riguarda le nuove problematiche della navigazione segmentaria nell'antichita' e della redistribuzione dei carichi anforistici. E' prevista a breve una ricerca sugli impasti per determinare il tipo di argilla e la localizzazione delle fornaci di produzione. Il relitto si trova tra i 65 e gli 80 metri di profondita' ed e' stato segnalato per la prima volta nel 2011, successivamente il gruppo di esploratori subacquei del team "Rebreather Sicilia", in collaborazione con la Soprintendenza del Mare, ha effettuato la prima documentazione video fotografica dando vita al progetto "Ombre dal fondo". Dopo i primi rilievi tecnici effettuati nel 2015, la Soprintendenza del Mare sta effettuando adesso lo studio di dettaglio del relitto e del suo carico.
E' stato effettuato il recupero di due anfore al di fuori del carico principale: un'anfora Dressel 1C e un'anfora di piccolo modulo appartenente alla morfologia delle anfore greco-italiche. Il carico piu' consistente e' composto da anfore greco italiche "di transizione" provenienti dalla Campania o dall'Etruria e di alcune anfore Dressel 1C, mentre il rilievo 3D ha messo in evidenza alcune anfore del tipo lamboglia 2/greco-italica, gia' trovate in associazione su altri relitti nel Mediterraneo. Cio' potrebbe suggerire anche vari scali adriatici ma anche la presenza nelle vicinanze di un "hub" di ridistribuzione delle anfore. La datazione complessa, inerente le problematiche ancora aperte su queste tipo di anfore, e' da situare intorno al II secolo a.C., probabilmente meta'-fine del secolo. Lo studio in corso permettera' di ricostruire oltre al carico, la sua disposizione e le caratteristiche della nave (circa 15 metri di lunghezza e 4 di larghezza), aggiungendo un tassello alla la rotta delle imbarcazioni commerciali lungo la costa catanese e alla sua interportualita', sottolineando la notevole importanza di scali come quello delle Isole dei Ciclopi, citato anche nell'Eneide, probabilmente legata anche a motivi cultuali. Nelle prossime settimane, con l'appoggio della Capitaneria di porto, un robot sottomarino a controllo remoto perlustrera' ulteriormente l'area intorno al relitto, verificando l'eventuale presenza di altre parti del suo carico. Per effettuare la ricostruzione 3D sono state scattate oltre 1500 fotografie che consentiranno la realizzazione di un modello tridimensionale. Da una prima elaborazione si e' notata la presenza di tre zone dove non sono presenti reperti, ma cio' che in un primo tempo sembra segnalare qualche furto ad opera di tombaroli, potrebbe invece risultare la presenza di elementi del carico deperibili (casse di vimini), interpretazione rafforzata dalla pluralita' del carico. Oltre alle anfore, sono state gia' individuate le due ancore in piombo con ceppo e contromarra dell'imbarcazione ancora in situ, alcune tegole e un lungo tubo di sentina sopra le anfore, sottolineando il processo formativo del relitto probabilmente rovesciato di tre quarti sul fondale.
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