John Giannandrea, che fino a pochi giorni fa guidava il dipartimento di intelligenza artificiale e della ricerca di Google, è passato ad Apple. Qui sarà a capo della strategia di AI (Artificial Intelligence) e machine learning, e riporterà direttamente all’amministratore delegato Tim Cook.
Il reclutamento di una figura come quella del 53enne di origini scozzesi Giannandrea - che a Google ha spinto l’integrazione dell’intelligenza artificiale in prodotti come la ricerca internet, Gmail e l’assistente digitale, Google Assistant - segna una vittoria tattica per Apple, che rispetto ad altri colossi tecnologici è rimasta indietro sul terreno dell’intelligenza artificiale.
Il settore negli ultimi anni è stato infatti dominato da Facebook e Google, oltre che da Amazon e Microsoft, aziende che hanno investito parecchio in AI, e che hanno a disposizione anche grandi quantità di dati che servono ad allenare molti degli algoritmi e delle tecniche usate nell’intelligenza artificiale.
Apple, dal suo canto, con un modello di business meno centrato sui dati rispetto ad altre piattaforme tech, potrebbe trovarsi svantaggiata nel realizzare servizi basati sull’uso di reti neurali, alimentate da ampie quantità di dati. Tuttavia la società di Cupertino sostiene di star sviluppando dei metodi per allenare gli algoritmi senza compromettere la privacy degli utenti. E, come mostra l’assunzione di Giannandrea, sembra aver deciso di accelerare nel settore.
In questo momento gli ingegneri esperti in AI sono tra i più ricercati e meglio pagati in Silicon Valley. Secondo il New York Times, uno specialista in intelligenza artificiale può essere pagato fra i 300mila e i 500mila dollari all’anno in stipendio e azioni della società. Intenso anche il reclutamento di professori dalle file di università come Stanford. Già nel 2015 Uber aveva assunto 40 persone dal programma di AI dell’università Carnagie Mellon per lavorare sulle sue auto autonome.