Dopo aver imparato a guidare un'auto, tradotto in musica il canto delle balene e completato una delle più celebri sinfonie incompiute, l'intelligenza artificiale ha creato la sua prima collezione di moda.
Huawei ha usato i chipset e gli algoritmi montati sul suo ultimo smartphone top di gamma, il P30, per “Fashion Flair”, un progetto sperimentale con lo scopo di dimostrare che la tecnologia, combinata all’estro creativo umano, può dare vita ad una collezione di moda originale e unica partendo dagli input generati dall’Intelligenza Artificiale.
“Fornendo i parametri base per la realizzazione di un abito, come colore, lunghezza, volume e texture, l’Intelligenza Artificiale è ora in grado di fornire uno spunto creativo ai designer da cui partire per poi realizzare le loro creazioni" spiega Isabella Lazzini, Marketing & Retail Director Huawei CBG Italia, "La tecnologia e gli smartphone sono parte delle nostre vite, perché quindi non farli diventare un’ulteriore fonte di ispirazione? Noi, con il progetto “Fashion Flair” ci siamo riusciti e ne siamo entusiasti.”
Insieme ad un’equipe di sviluppatori italiani, Huawei ha creato l’app “Fashion Flair” che è stata addestrata con decine di migliaia di iconiche immagini di moda degli ultimi 100 anni e uno specifico set di scatti tratti dalle ultime collezioni di Annakiki. L’applicazione, utilizzando la doppia unità di calcolo neurale (NPU) presente all’interno dei dispositivi, è così in grado di creare una proposta di outfit seguendo gli input e i filtri impostati dal designer.
Una volta rielaborate queste informazioni, l’applicazione restituisce una serie di proposte di outfit, potenzialmente infinite, che rappresentano un punto di partenza da cui iniziare il disegno di un capo, uno spunto ulteriore per il processo creativo dell’artista, che lo completerà poi con il suo tocco.
Partner del progetto è Anna Yang, Creative Director, nonchè fondatrice e volto del brand Annakiki, che nelle ultime 5 stagioni è stata una presenza regolare nel calendario ufficiale della Fashion Week di Milano.
“Co-creare insieme è stato per me estremamente stimolante e sono certa che in futuro la tecnologia giocherà un ruolo sempre più distintivo anche nel mondo della moda, aprendo scenari completamente nuovi che oggi possiamo solo immaginare”, dice Anna Yang, “Dalla contaminazione e delle diversità nascono ricchezza, innovazione, nuove mode e stili che possono interpretare e raccontare il futuro. Perché non lasciarsi contaminare anche da ciò che può fare una macchina e incorporare la proposta dell’Intelligenza Artificiale all’interno del processo creativo che porta alla definizione di un look?".
“Le immagini sintetiche generate dall’app rappresenteranno opzioni stilisticamente coerenti con il contenuto degli esempi utilizzati per l’addestramento del software, ma con caratteristiche di originalità rispetto a questi ultimi. In altre parole, le immagini generate dalla rete possono considerarsi a tutti gli effetti nuova informazione inventata dalla rete neurale artificiale” spiega Davide Bacciu, Professore del dipartimento di Computer Learning dell’Università di Pisa e membro del Comitato Direttivo dell'Associazione italiana per l'intelligenza Artificiale (AIXIA). “In questo scenario di grande interesse, “Fashion Flair” si caratterizza come il primo esempio (pubblico) di una rete neurale artificiale che viene utilizzata interattivamente da una stilista per ideare e, in ultimo, realizzare un capo di moda.”
Parte dei proventi della vendita della collezione saranno utilizzati per finanziare un progetto speciale a supporto dei giovani talenti di una delle principali accademie di Fashion Design italiane: Huawei promuoverà l’incontro fra moda e tecnologia mettendo Fashion Flair a disposizione degli studenti, che potranno trarre ispirazione dagli output dell’applicazione e co-creare outfit originali ed inediti.