Grindr, l’app per incontri tra persone omosessuali, scende in campo nella lotta alla trasmissione del virus hiv. Secondo il New York Times, l’app - che afferma di avere più di 3 milioni e mezzo di utenti al giorno – ha modificato il proprio software inserendo un servizio di notifiche che ricorda agli iscritti di sottoporsi a test per le malattie sessualmente trasmissibili (Mst). L’opzione, lanciata all’inizio di questa settimana, non sarà obbligatoria ma chi deciderà di attivarla riceverà un avviso ciclicamente, a intervalli di tempo tra i tre e i sei mesi.
Contemporaneamente, l’app indicherà agli utenti il centro più vicino a cui recarsi per le analisi del sangue. Gli annunci pubblicitari di cliniche e centri che offrono consulenze e analisi saranno gratis, in modo da favorire la ricezione del messaggio.
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La decisione è stata accolta con entusiasmo dai medici che si occupano di malattie sessualmente trasmissibili. Sottoporsi al test rischia ancora di essere visto come un gesto da stigmatizzare per alcuni, perché il virus dell’hiv è spesso paragonato a un marchio indelebile, e pertanto “de-medicalizzarlo, renderlo cioè qualcosa di normale, spingerà un numero crescente di persone a farlo”. Così la pensa Perry Halkitis, autorevole membro della Rutgers School of Public Health del New Jersey.
Introducing: Testing reminders ⚡⏰⚡
— Grindr (@Grindr) 27 marzo 2018
Keeping track of your sexual health is important. We’re here to help. We'll now alert you when it's time to get tested. Edit your profile to set up in-app testing reminders every 3 or 6 months. https://t.co/x7U0Kn64UZ pic.twitter.com/Z9ShV9XDSl
Per il dottor Jonathan Mermin, responsabile delle Mst nei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie americani, gli uomini che utilizzano le app di incontri basate sulla geolocalizzazione sono considerati ad alto rischio d’infezione. Per questa ragione, monitorare la propria salute con frequenti test rappresenta una delle migliori armi per prevenire la diffusione del virus. Secondo il Nyt, negli Stati Uniti vivono più di centomila uomini omo o bisessuali che non sanno di essere portatori dell’hiv, e in media trascorrono tre anni da quando avviene l’infezione al momento in cui lo scoprono.
Una finestra temporale che aumenta esponenzialmente il rischio di diffusione del virus. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids che cade il primo dicembre, aveva diffuso gli ultimi dati disponibili sui casi di infezione. Nel 2016, nei 31 paesi aderenti allo Spazio Economico Europeo, i nuovi contagi erano stati 29.444. Nel 40% dei casi la trasmissione era avvenuta attraverso rapporti omosessuali, un dato che ne faceva la principale causa. A seguire, con il 32%, c’era il sesso eterosessuale.
Prevenire, oltre che curare
Non è la prima volta che Grindr si attiva sul tema prevenzione alla trasmissione del virus. Circa un anno fa, si legge nella nota diffusa dalla società in occasione del lancio della nuova funzione, l’app aveva aggiunto la possibilità di inserire nel proprio profilo utente le condizioni di salute e la data dell’ultimo test effettuato. E sempre lo scorso anno Grindr aveva sperimentato l’inserimento di alcuni annunci pubblicitari che, mostrati nelle farmacie, avrebbero consentito di ottenere gratuitamente un kit per fare il test a casa. Ma Grindr lavora anche nella direzione della prevenzione. Già dal 2016 la società invia messaggi ai suoi utenti chiedendo loro di considerare l’ipotesi PrEP, cioè la Profilassi Pre-Esposizione. Si tratta di una pillola che è in grado di prevenire l'hiv, ma non le altre malattie sessualmente trasmissibili.