Google Translate è diventato uno strumento di riferimento per traduzioni brevi e rapide online. Ci agevola la vita, ma può facilmente indurci in errore, se ci affidiamo ciecamente ai suoi suggerimenti, senza conoscere neanche un po' la lingua straniera in cui stiamo traducendo.
Google Translate permette di superare i confini linguistici, ma a patto di fare attenzione ai fraintendimenti e agli errori. Il servizio è stato lanciato per la prima volta nell'aprile 2006, ora vanta oltre 500 milioni di utenti al giorno in tutto il mondo e offre traduzioni in 103 lingue, compresi zulu, yiddish e swahili. Ma come funziona esattamente? Google Translate è un traduttore automatico, non si basa sulla grammatica e fa inorridire i traduttori di professione per il modo spesso scorretto con cui spesso effettua le traduzioni.
L'uomo che Google volle fare re
Un esempio? Un giornalista ha copiato e incollato un intero testo in inglese nel traduttore. Il protagonista della storia originale era un tale Mr. King, il traduttore aveva sempre tradotto king come 're', attribuendo tutta la storia a un fantomatico e inesistente sovrano. L'uscita catastrofica del pezzo è stata evitata per miracolo, grazie all’intervento di un caporedattore, che si è accordo dell'errore.
"Il nostro obiettivo - spiega Barak Turovski, capo di Goole Translate - è quello di sviluppare un prodotto che serva alle persone comuni nella vita di tutti i giorni, aiutando per esempio gli utenti dei Paesi in via di sviluppo, che usano Internet per la prima volta, a rompere le barriere linguistiche, o semplicemente facilitando la comunicazione durante una vacanza. È un uso diverso dalla traduzione professionale".
Il principio della stele di Rosetta
In pratica Google Translate lavora su base statistica, le traduzioni che appaiono sul lato destro dello schermo sono il risultato di un sistema incrociato di testi già scritti e tradotti: dai traduttori professionisti, appunto, quelli che lavorano per l'Onu e i Parlamenti nazionali. "Translate usa una combinazione di sistemi di apprendimento automatico e di intelligenza artificiale", spiega Turovsky. Alla base c’è la Machine Translation, che analizza milioni di documenti sul Web già tradotti, come libri o trascrizioni che arrivano da fonti istituzionali come l’Onu, o i Parlamenti, dove i testi ufficiali vengono prodotti in lingue diverse. "I nostri computer", racconta Turovsky, "scansionano i testi e individuano i campioni statistici più significativi che collegano la traduzione con il testo originale. Questi milioni e milioni di campioni vengono poi usati dai nostri algoritmi per creare schemi per tradurre testi simili in futuro". Il risultato è che mr. King può diventare un re, oppure può succedere di peggio, specie tenendo conto che alcune lingue, come l’inglese, funzionano meglio delle altre con Translate.
L'italiano, per esempio, non è una lingua facilmente traducibile su base statistica, senza un supporto grammaticale. Può succedere che il formaggio 'pecorino', diventi una piccante 'pecorina', oppure che la parola 'menta', diventi 'lies', il congiuntivo presente del verbo mentire. Le difficoltà aumentano soprattutto con lingue come il greco, il cirillico, il cinese o l’arabo, che hanno alfabeti diversi da quello latino: in questo caso i testi possono essere traslitterati automaticamente dagli equivalenti fonetici, ma esistono anche le opzioni di scrittura a mano sullo schermo, o una traduzione vocale.
Clamorosi malintesi
Inoltre il problema si complica quando per alcune lingue non ci sono abbastanza documenti tradotti sul web che si possono usare per sviluppare campioni e per istruire il sistema. Le traduzioni più scorrette e divertenti sono comunque quelle che fanno riferimento alle frasi idiomatiche, quelle tipiche di una specifica lingua, la cui traduzione letterale in altre lingue non ha senso logico e che per questo richiede, per essere compresa, di una traduzione logicamente estesa. In questi casi la traduzione statistica è sviante.
Qualche esempio? "Piove a catinelle". In inglese si dice: "It’s raining cats and dogs", che Translate letterariamente traduce: "Piove cani e gatti". Oppure: "Thank you for getting back to me". In inglese vuol dire: grazie per avere risposto. Translate traduce: "Grazie per tornare a me". Ancora: "He’s the top dog", significa che in azienda è lui che comanda, ma per Translate vuol dire: "Lui è il cane top". Dunque, ben venga Google Translate, che ci mette in contatto col mondo, ma: occhio a non prendere 'toppe', che poi in inglese Google traduce: "Eye not to take patches", che non significa niente.