Dal primo luglio in Florida saranno ammessi i test con automobili a guida autonoma. La nuova legge, firmata dal Governatore Ron DeSantis, prevede che le aziende possano condurre sperimentazioni anche senza il pilota di controllo a bordo, a differenza di quanto prescritto in altri Stati come la California e il Texas.
Tuttavia, nascono polemiche sulla decisione dell’amministrazione della Florida: un anno fa, in Texas, un veicolo a guida autonoma di Uber investì e uccise una passante, non correttamente identificata dai sensori dell’automobile. Ma ancora più problematico è il fatto che, a bordo del veicolo, il pilota di controllo che avrebbe dovuto monitorare il corretto andamento della sperimentazione era distratto a guardare video sul cellulare, non riuscendo così ad attivare la frenata manuale, come dimostra il video raccolto dalle telecamere dell’abitacolo.
La legge appena introdotta in Florida permette invece espressamente che il conducente possa visionare “schermi attivi” (“active display” nel testo): in parole povere, al pilota - che come detto non è più obbligatorio - è permesso di non badare alla guida, mandando messaggi o guardando video fintanto che è a bordo. Unica prescrizione realmente vincolante, come evidenziato anche da Engadget, è il fatto che i veicoli devono essere in regola con l’assicurazione.
Sperimentale, affascinante e foriera di investimenti, la ricerca sui veicoli a guida autonoma è ambita negli Stati Uniti, dove negli anni diversi Stati Federali hanno tentato di accaparrarsela. Nel 2015 il governo dell’Arizona aveva attirato le aziende del settore, varando leggi particolarmente favorevoli e facendo concorrenza alla vicina California, culla americana dell’innovazione tecnologica. Ma la sera del 17 marzo il sogno si è infranto, quando uno di questi veicoli, in fase di test, ha investito mortalmente Elaine Herzberg, 47 anni, e la sua bicicletta.
In seguito all’incidente, molte aziende sospesero i test temporaneamente e in attesa di determinare cosa fosse realmente accaduto. Ma non è l’unico problema che riguarda queste tecnologie: secondo uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori del Georgia Institute of Technology, che hanno verificato la capacità degli algoritmi che governano le automobili a guida autonoma di rilevare un pedone in base al colore della pelle, le auto a guida autonoma potrebbero essere ancora troppo inefficienti nell’individuare pedoni dalla pelle scura.
La causa di questo, spiegano gli scienziati, deriva principalmente dai set di immagini utilizzate per l’addestramento delle reti neurali, ancora troppo orientate per ceto e fascia sociale. Per questo, più facilmente, un computer potrebbe aver visto molte più immagini di uomini di carnagione chiara, finendo per essere meno accurato (del 5% secondo lo studio), nei confronti degli afroamericani.