Facebook è deciso a combattere seriamente le fake news e lo farà con la messa a punto di un programma in 5 punti che si basa soprattutto sull’impiego massiccio di fact-checking che per quanto riguarda l’Italia verrà svolto da Pagella politica. Dopo lo scandalo Cambridge Analytica, la società di consulenza britannica che, secondo le inchieste del New York Times e del Guardian, avrebbe ottenuto da Facebook i dati di 87 milioni di utenti, il social ha deciso di correre ai ripari e per condividere le iniziative assunte, ha mandato in Europa Tessa Lyons-Laing e Antonia Woodford, due product Manager incaricate di monitorare "l'integrità dell'informazione del News Feed". In un incontro a Roma hanno illustrato le cinque, ambiziose strategie messe in campo (anche in Italia) per contrastare le fake news.
Le 5 strategie
“Durante l’ultimo anno e mezzo – dice Lyons-Laing - Facebook si è impegnato a combattere le false news attraverso una combinazione di strategie che vanno dalla rimozione degli account falsi alla collaborazione con i fact-checker, fino alla promozione di campagne di alfabetizzazione mediatica. Questo impegno non terminerà e c’è ancora molto da fare”. Ma in che modo il social network sta lavorando? Cinque le strategie guida messe a punto:
- L’espansione del programma di fact-checking a nuovi Paesi
- L’introduzione delle analisi da parte dei fact-checker anche di foto e video
- L’ aumento dell’impatto del fact-checking grazie all’utilizzo di nuove tecniche, tra cui l’individuazione dei duplicati e l’utilizzo di “Claim Review”
- L’azione mirata contro chi contravviene alle policy di Facebook in modo recidivo e con metodi nuovi
- Il miglioramento della misurazione e della trasparenza grazie alla collaborazione con il mondo accademico
L’espansione del programma di fact-checking a nuovi Paesi
Da quando Facebook ha lanciato il fact-checking, sono stati inclusi 14 Paesi nel programma e ora lo scopo è quella di coinvolgerne altri entro la fine dell’anno. Questi fact-checker indipendenti e autorevoli valutano l’attendibilità delle storie su Facebook e aiutando a ridurre, di circa l’80%, la diffusione delle storie classificate come false.
L’introduzione delle analisi da parte dei fact-checker anche di foto e video
La più grande sfida nella lotta contro la disinformazione è che questa si manifesta in modi diversi a seconda delle tipologie di contenuto e dei Paesi di riferimento. Per risolvere questo problema, Facebook ha allargato a quattro Paesi il test per analizzare l’attendibilità di foto e video. Questo test include anche i contenuti che vengono manipolati (ad esempio un video che viene modificato per mostrare qualcosa che non è realmente accaduto) o quelli fuori contesto (ad esempio una foto di una tragedia passata associata ad un altro scontro attuale).
Un aumento dell’impatto del fact-checking con l’utilizzo di nuove tecniche
Con oltre un miliardo di contenuti pubblicati ogni giorno, Facebook è consapevole che i fact-checker non possono rivedere le storie una ad una. Si stanno quindi cercando nuovi modi per individuare le notizie false e agire su più larga scala. Per esempio attraverso l’apprendimento automatico che aiuta a identificare duplicati di storie già smentite.
E’ questo il caso di un fact-checker che in Francia ha giudicato falsa una notizia secondo cui sarebbe possibile salvare una persona affetta da ictus utilizzando un ago per pungerla e prelevare sangue. Il machine learning ha permesso di identificare più di 20 domini e 1.400 contenuti che diffondevano la stessa affermazione. Non solo: Facebook lavorerà con i partner del fact-checking per utilizzare Claim Review di Schema.org, un framework open-source utilizzato da varie aziende tecnologiche e organizzazioni per la verifica dei fatti. Questo renderà più facile per i fact-checker condividere le verifiche con Facebook e aiuterà a reagire più rapidamente.
Un’azione mirata contro i recidivi
Storicamente, Facebook ha usato i rating dei fact-checker per identificare pagine e domini che ripetutamente condividono notizie false. Facebook agisce riducendo la loro diffusione e rimuovendo la loro possibilità di monetizzare. Per contribuire a limitare le interferenze straniere nel dibattito pubblico, ha inoltre iniziato ad utilizzare l’apprendimento automatico per aiutare a identificare e ridurre la visibilità di pagine straniere che potrebbero diffondere, per fini economici, notizie false alle persone in altri paesi.
La collaborazione del mondo accademico
Facendo seguito all’annuncio di aprile, Facebook ha lanciato una nuova iniziativa per sostenere una ricerca indipendente sul ruolo dei social media nelle elezioni e nella democrazia in generale. Nelle prossime settimane, la commissione chiederà di ricevere delle proposte per misurare il volume e gli effetti della disinformazione su Facebook. Seguirà un processo di revisione per selezionare coloro che riceveranno i fondi per la loro ricerca e avranno accesso a set di dati protetti sulla privacy. Nel corso del tempo, questa ricerca riconosciuta aiuterà Facebook a rimanere autorevole e monitorare i progressi.