Gli ispettori volanti di Intel hanno iniziato a sorvegliare i ponti degli Stati Uniti. I droni hanno sorvolato e analizzato il Daniel Carter Beard Bridge, tra Ohio e Kentucky, e lo Stone Arch Bridge in Minnesota. Ecco com'è andata.
Come funziona il volo
Ogni ponte è una struttura unica e obbliga a ispezioni regolari. Che spesso hanno un costo notevole. Rispetto ai droni tradizionali, il Falcon 8+ utilizzato da Intel è più robusto, perché deve mantenere stabilità e precisione anche in caso di vento e interferenze elettromagnetiche. Nella sua prima prova sul campo, ha sorvolato il Daniel Carter Beard Bridge, un ponte a otto corsie attraversato ogni giorno da 100.000 veicoli che collega le sponde del fiume Ohio. L'ispettore volante ha catturato circa 2.500 immagini aeree ad alta risoluzione, generando 22 GB di dati. Sono stati la base per creare un “gemello digitale della struttura”. Cioè un modello in 3D che consentisse agli ingegneri di valutare con calma e da ogni prospettiva la tenuta del ponte.
Quanto si risparmia
Il secondo test ha coinvolto il Dipartimento dei trasporti del Minnesota e Collins Engineers (una società che si occupa di infrastrutture). Il drone ha sorvolato lo Stone Arch Bridge, un ponte pedonale e ciclabile di Minneapolis. La struttura, che come dice il nome è in pietra, richiede particolare cura. Se la maggior parte dei ponti viene ispezionata una volta ogni due anni, gli occhi degli analisti si posano sullo Stone Arch Bridge ogni 12 mesi. L'uso dei droni ha ridotto le ore di lavoro del 28% e le spese del 40%. Tradotto in dollari: il risparmio per le casse pubbliche (incaricate dei controlli) sarebbe di 160.000 dollari in dieci anni.
Cosa cambia con i droni
Rispetto ai metodi tradizionali, i droni consentono di ridurre i tempi e i costi delle ispezioni, aumentano la precisione e l’accuratezza dei dati raccolti, offrono più sicurezza agli operatori e non obbligano a bloccare il traffico. Negli Stati Uniti ci sono oltre 600.000 ponti, il 10% dei quali è vecchio o ha problemi strutturali. Il problema però è globale, come dimostra il crollo del ponte Morandi a Genova. “In tutto il mondo – spiega il vicepresidente di Intel Anil Nanduri – ci sono problemi strutturali non rilevati a causa di processi di ispezione e monitoraggio inefficienti e dati inaffidabili”.
Gli occhi dei droni, grazie a piani di volo programmati, possono arrivare dove gli ispettori non arrivano o riescono a farlo con difficoltà, tra funi, imbragature e manovre complesse. Non è, però, solo una una questione di praticità: le soluzioni basate sui droni, assicura Intel, “forniscono agli ingegneri informazioni preziose per valutare la sicurezza e pianificare azioni future”.