Dazn atto secondo. La prima giornata del calcio in streaming non è stata da serie A. Ma ha già avuto un merito: ha portato al bar internet e la banda larga. Un merito perché, da questo punto di vista, sembra aver fatto più il gol invisibile di Immobile che anni di convegni. Il pallone è una cosa seria.
Ne sono convinti anche gli operatori. “L'arrivo di Dazn in Italia rappresenta sicuramente un'opportunità per stimolare significativamente la domanda di connettività a banda larga e ultralarga in Italia”, afferma all'Agi Roberto Chieppa, marketing e customer experience officer di Fastweb. Anche Tim fa sapere che servizi come Dazn “potranno accelerare la diffusione della banda larga” perché "tutti i nuovi servizi digitali sono quindi di stimolo”.
La pressione è forte. Perché combina i capitali con la passione dei tifosi. Cioè gli interessi economici con la spinta popolare. Birra ghiacciata e frittatona di cipolla, in molti si sono resi conto, all'improvviso, di cosa voglia avere una connessione veloce.
"A livello infrastrutturale abbiamo ampiamente recuperato il gap con gli altri Paesi europei”, spiega Chieppa. “Permane il gap a livello di adozione dei servizi e riteniamo che la diffusione di contenuti popolari come il calcio possa essere la chiave per stimolare la domanda di connettività da parte delle famiglie italiane”.
Il ceo di Dazn ha confermato che “l’attuale infrastruttura italiana non è un problema”. Tim sottolinea di aver “già raggiunto con la banda ultralarga fissa l'80% delle abitazioni (con tecnologia Fttc e Ftth)”. “La rete Fastweb, sia fissa che mobile – aggiunge Chieppa – non ha registrato particolari problemi di saturazione perché, prevedendo i picchi, abbiamo ampliato preventivamente i nostri collegamenti internet”.
Entrambi i gruppi stanno comunque lavorando con Dazn. Fastweb “per condividere i punti da cui ricevere, con la corretta distribuzione di carico, i contenuti tramite varie interconnessioni. Si tratta dello stesso lavoro che facciamo con tutti i content provider come Google, Sky e Netflix”. La scala, però, è diversa. I due match di serie A sono stati il più grande e il secondo più grande evento in streaming mai trasmesso in Italia.
Da dove è partito il problema
Il problema di trasmissione, innegabile, c'è stato. E riguarda un pezzo dell'infrastruttura, che però non coinvolge la disponibilità di banda ma i content delivery network (Cdn). Cioè la rete distribuita di server attraverso i quali gli utenti accedono ai contenuti. C'è stato “un peggioramento del servizio all'inizio del secondo tempo di Lazio-Napoli”, ha spiegato Dazn. E il blocco, relativo “a un singolo Cdn”, ha impallato lo streaming “per circa il 10 per cento di tutti gli utenti per un periodo di venti minuti”.
“I problemi, come riconosciuto dalla stessa piattaforma – sottolinea Chieppa – sono relativi ai Cdn e non sono in nessun modo legati alla qualità della rete di accesso in rame o fibra messa a disposizione dagli operatori”.
“Siamo confidenti che Dazn risolverà a brevissimo i problemi legati alla Cdn e abbiamo dato totale disponibilità a supportare al meglio la piattaforma in modo da garantire ai nostri clienti la massima qualità di fruizione”.
Tim ha un incentivo in più per far sì che Dazn funzioni al meglio: una partnership commerciale già in vigore. I clienti Tim possono vedere i contenuti sportivi di Dazn su Smart TV, PC, smartphone, tablet e console di gioco. E per i clienti Timvision l’app Dazn è già disponibile sul decoder Tim Box. Si tratta però, sottolineano da Tim, “di un accordo strettamente commerciale che non prevede impegni specifici sulla qualità del servizio”.
Anche sulla rete, però, i rapporti tra le due società potrebbero stringersi ulteriormente. Come riporta Il Sole24 Ore e secondo quanto risulta anche all'Agi, Tim starebbe trattando con Dazn per perfezionare la fornitura di Cdn in modo da risolvere in breve tempo il problema che ha fiaccato l'esordio della piattaforma.