Nel 2020, grazie alla digitalizzazione dei processi e dei dati, si prevede che saranno 50 miliardi i dispositivi connessi nel mondo. Questo vuol dire che tante informazioni potrebbero diventare preda dei cyber criminali e che la questione sicurezza, anche in Italia, diventerà cruciale per il futuro di moltissime aziende. EY Global Information Security Survey 2016 presentato durante l’ultimo evento SamsungWOW a Milano, è nato con l’obiettivo di analizzare la situazione attuale dell’ecosistema del nostro Paese e di dimostrare quanto sia necessario prendere già ora adeguate contromisure.
Il rapporto (preoccupante) di EY
I dati di Ey, leader mondiale nei servizi professionali di revisione e organizzazione contabile, assistenza fiscale e legale, transaction e consulenza, rivelano che la quasi totalità delle aziende italiane (96%) è consapevole di non avere un livello di sicurezza informatica adeguato per fronteggiare in maniera efficace le minacce che incombono e che hanno già dimostrato la loro efficacia negli ultimi anni. Nonostante questa auto-denuncia solo il 4% delle aziende ha apportato cambiamenti significativi alla propria strategia difensiva. Il 40%, inoltre, non prevede di aumentare gli investimenti in cyber security nel prossimo anno. Riguardo ai dispositivi mobili, che contengono il patrimonio informativo aziendale e sono quindi uno dei principali asset da proteggere, soltanto una azienda su tre considera la loro protezione un’area ad alta priorità di intervento.
Questione di competenze
Dalle analisi di EY emerge in primis una mancanza di supporto dalle sfere più alte sulle tematiche di sicurezza. Secondo Ey, dunque, sarebbe quindi opportuno che le aziende rivedano il proprio modello di governance inserendo la cyber security all’interno della strategia aziendale, dotandosi di figure che possano apportare dei miglioramenti significativi. Inoltre, perché la sicurezza informatica sia efficace nel raggiungere i propri obiettivi, occorre sia aumentare la visibilità dei rischi ad ogni livello aziendale sia investire nello sviluppo di competenze interne specifiche.