Stretta di Pechino sui software usati dai dipendenti della multinazionali di stanza in Cina per navigare liberamente su Internet, aggirando i blocchi imposti dalla censura cinese.
Lo rivela il Financial Times, secondo il quale le autorità cinesi hanno deciso di chiudere tutti i buchi del cosiddetto 'Great Firewall', il muro di sorveglianza che blocca dati potenzialmente sfavorevoli in entrata in Cina, provenienti dai paesi stranieri e che e' gestito dal Ministero della Pubblica Sicurezza.
Le indiscrezioni sulla stretta sono state date al Ft da 5 grandi multinazionali, secondo le quali l'accesso all'Internet globale dai loro uffici cinesi è stato disturbato negli ultimi mesi. Storicamente le multinazionali straniere utilizzano delle reti speciali, chiamati Vpn, per aggirare la censura cinese e ricevere Internet da tutto il mondo. Negli ultimi mesi però le stesse multinazionali ammettono di avere avuto difficoltà a utilizzare questi software dai loro uffici cinesi.
Pechino agisce con un'aggressiva censura sul Web, e nega l'accesso in Cina a Facebook, Google e YouTube. Negli ultimi tempi il Governo ha proposto alle multinazionali di usare Vpn approvati dallo Stato, cioè una forma di censura mitigata e legalizzata. Questi Vpn sono molto costosi, hanno dei canoni che possono arrivare a diverse decine di migliaia di dollari al mese e sono comunque sottoposti alla censura di Pechino.
"L'intenzione della Cina - spiega al Ft Lester Ross, partner dello studio legale WilmerHale a Pechino - è controllare interamente il flusso di informazioni, costringendo la gente a usare solo Vpn approvati dal governo e rendendo difficile, se non impossibile, l'utilizzo di strumenti alternativi".