I robot fanno il lavoro degli operai'? Paghino le tasse. Lo ha detto Bill Gates che ha spiegato il concetto: "Al momento se un lavoratore umano guadagna 50.000 dollari lavorando in una fabbrica, il suo reddito è tassato. Se un robot svolge lo stesso lavoro dovrebbe essere tassato allo stesso livello".
L'argomento, afferma il fondatore della Microsoft che oggi si dedica alla filantropia, terrà banco per i prossimi vent'anni. Intervenendo alla Conferenza sulla sicurezza a Monaco, Gates ha aggiunto: "Non ritengo che le aziende che producono robot si arrabbierebbero se fosse imposta una tassa. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale può generare profitti con risparmi sul costo del lavoro".
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In Europa se ne è occupato il Parlamento. L'aula ha approvato a metà gennaio il rapporto della commissione giuridica sul tema. La proposta, che per ora non è passata, è che con quegli introiti fiscali si possa dare il reddito di cittadinanza alle persone che hanno perso il lavoro a favore dei robot.
Il trend del'automazione preoccupa tutti i continenti: secondo alcune stime riportate da Repubblica, otto milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti e 15 milioni in Gran Bretagna sono a rischio. E le occupazioni più in pericolo - affermano i critici - sono quelle meno retribuite: il rischio è quindi che l'introduzione dei robot possa ampliare il divario fra poveri e ricchi.
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Secondo un rapporto della società di consulenza manageriale McKinsey meno del 5% delle occupazioni attuali sono candidate per una completa automazione usando "l'attuale tecnologia". Guardando avanti, però, il 45% delle attività per cui la gente è retribuita può essere automatizzata usando "tecnologie già sperimentate".
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