Nel 1961 sulla rivista Car Life fece la sua comparsa un’automobile avveniristica a due ruote. La macchina del futuro si chiamava Ford Gyron. Era una vettura a due posti che per stare dritta usava il giroscopio. Il modello originale fu esposto al Motor Show di Detroit. Non fu mai prodotta. Il bellissimo ma malaugurato prototipo, in fibra di vetro, andò distrutto in un incendio l’anno dopo. Per fortuna il design è sopravvissuto grazie alla versione studio, venduta all’asta nel 2012 per quarantamila dollari. Ma la storia non finisce qui. Oggi c’è un ingegnere cinese che si è messo in testa di realizzarla: lo sta facendo davvero.
I test sono partiti qualche settimana fa a Pechino, quando sono apparse per la prima volta degli sfiziosi veicoli bianchi a metà tra motociclette elettriche e capsule spaziali, e che funzionano come uno smartphone. Lui si chiama Zhu Lingyun, ha 40 anni, e nella vita ha inventato già molte cose. Nel 2014 – per esempio – ha raccolto 470 mila dollari per creare una start-up che oggi vale 60 milioni di dollari. Con questa compagnia che non ha un nome particolarmente originale – si chiama come lui: Lingyun – l’inventore cinese sta realizzando il suo sogno nel cassetto: mettere in strada una gyrocar, cioè un’auto elettrica con due ruote auto-bilanciate. Ispirata alla Ford Gyron. Vuole lanciarla in fretta; entro due anni. In pratica nel 2020 potremmo vedere circolare nelle strade cinesi la macchina del futuro che gli americani sognavano già nel dopoguerra (qualcuno l’aveva immaginata persino nel secolo scorso).
Il progetto
Entriamo nei dettagli. La società cinese sta lavorando sul prototipo 1703. La mini vettura, che somiglia a uno scooter col cappotto, ha posto per un solo passeggero ed è lunga tre metri. Non è velocissima: può correre al massimo a 62 chilometri all’ora. L’abitacolo è talmente stretto da rendere impensabile installarci un volante o persino un pedale. Così Zhu ha pensato di guidarla in modalità play station; al posto del volante ci sarà un mouse per computer collegato a uno schermo da 24 pollici. Non solo: l’auto a due ruote sarà dotata di guida autonoma.
L’ingegnere si è scervellato anni per riuscire a stabilizzare la vettura. Alcuni modelli sperimentati in passato somigliavano piuttosto a dei tricicli. Zhu vi aveva infatti applicato due piccole gambe per consentire all’auto di stare in piedi quando era ferma.
Poi, cinque anni fa, la folgorazione. Zhu scopre online le foto del vecchio modello Ford. E capisce che il futuro è il giroscopio.
Il progetto viene accolto con scetticismo da certe frange del mercato cinese. In pochi sono pronti a scommettere che il modello possa avere successo. “Sono convinto che l’auto a due ruote sia il futuro dei trasporti”, ha invece detto Zhu dopo il test di guida nelle strade della capitale cinese. “E’ una vettura raffinata, ecologica e facile da guidare”. Basta un clic.
A dargli fiducia è Sequoia Capital, il venture capital che tre anni fa guidò una cordata di investitori in un round di finanziamenti da 10 milioni di dollari. “Nella maggior parte dei casi un’automobile viene utilizzata da una sola persona, quindi un’auto monoposto, comoda e maneggevole come una moto, elettrica, perfino auto-guidabile, ha buone prospettive di mercato”, ha detto Li Jianwei, dirigente della sede cinese del gruppo californiano.