“Tu vuoi fare quello che più ritieni giusto per la tua famiglia. Anche noi”. Questa è il titolo di una nuova pagina che Apple ha deciso di dedicare all’uso responsabile delle tecnologie. Soprattutto per i più piccoli. Per Cupertino è una risposta alle richieste di azionisti e genitori, sempre più attenti e preoccupati che i figli sviluppino una vera dipendenza nei confronti di smartphone o tablet. Secondo il Washington Post, però, non si tratterebbe di nuovi strumenti a disposizione delle famiglie ma solo di una serie di consigli su come usare al meglio le impostazioni già in uso. Nulla di nuovo, insomma. Niente che possa essere collegato agli annunci che Apple fece, a gennaio, sulle migliorie che l’azienda starebbe sviluppando. Anche su pressione degli investitori.
Come controllare i propri bambini
La pagina spiega, ad esempio, come far sì che i nostri figli non possano fare acquisti su internet senza averne il permesso. In particolare sulla sezione Kids dell’App Store. O come impostare le modalità “do not disturb” mentre si fanno i compiti o si è impegnati in altre attività dove serve la massima concentrazione. Ma non solo.
I genitori possono impedire ai bambini di installare nuove app, usare i social media come Facebook o Twitter, condividere foto, accedere a video, film e musica. Fino a rendere inutilizzabile il browser web di riferimento, Safari. Attraverso gli strumenti Apple è poi possibile sapere dove si trovano i propri figli. Che siano a scuola, a casa di amici, a fare attività sportiva o in giro a fare shopping. I genitori hanno sempre tutte le informazioni per sentirsi tranquilli.
Ma quante ore devono stare i bambini davanti allo schermo?
La critica principale alla nuova piattaforma riguarda il fatto che non esiste una misura precisa per affrontare il problema della dipendenza. Il Commons Sense Media, per citare uno degli ultimi studi sul tema, dice che in media un adolescente trascorre davanti agli schermi ben sette ore al giorno. Persino i bambini di otto anni passerebbero almeno due ore a fissare i contenuti trasmessi dai device dei propri genitori. Con conseguenze sull’umore e sul futuro, con casi di depressione in aumento.
E se Apple non ha ancora pensato al fattore temporale, altre aziende hanno avviato progetti mirati a limitare questa dipendenza. Lo stesso Washington Post ha raccontato del progetto di Samsung per inviare messaggi da “scollegati”, Thrive, in collaborazione con Arianna Huffington. E nascono app che provano a promuovere il non uso, come la norvegese Hold. La risposta di Apple potrebbe arrivare il 4 giugno durante il suo prossimo convegno mondiale dedicato agli sviluppatori