È in grado di garantire consegne in due giorni per cento milioni di prodotti, e l’anno scorso ha spedito ai soli clienti iscritti a Prime ben cinque miliardi di oggetti. Amazon è simbolo globale di efficienza e velocità in tutto il mondo, ma pochi sanno che alla base dell’azienda che ha reso l’imprenditore Jeff Bezos l’uomo più ricco del pianeta, c’è una precisa idea di caos.
Un reportage di Quartz svela il segreto: nei 149 magazzini di Amazon gli oggetti non sono disposti in modo né preciso e né ordinato. Nei grandi stabilimenti regna la casualità, che aumenta le probabilità che quando un picker (raccoglitore) va a prendere un oggetto, possa trovarne lì vicino anche un altro che gli serve, senza dover tornare indietro. Nei magazzini tradizionali ci si aspetterebbe di trovare unità diverse dello stesso prodotto impilate nello stesso luogo. Ma nei magazzini di Amazon questo non avviene: quando arriva un carico di merce, gli addetti tolgono i singoli prodotti e li mettono negli spazi disponibili. Senza badare alla posizione. Con un dispositivo elettronico indicano al sistema dell’azienda la posizione di quel prodotto. In questo modo non ci sarà uno scaffale dedicato ai dentifrici, per esempio, che rimane vuoto una volta finiti i tubetti. Che saranno invece sparsi per tutto il magazzino, così da aumentare le probabilità che ovunque il picker si trovi, possa raggiungere il tubetto di dentifricio più vicino, senza dover andare a uno specifico scaffale.
Per comprendere meglio questa filosofia serve un ordine di grandezza: il magazzino più grande di Amazon misura 93mila metri quadrati - circa 17 campi da football. Riservare spazio a uno scaffale del dentifricio, come spiega Quartz, significherebbe avere bisogno di un magazzino anche più grande. Quindi usare ogni scaffale libero risulta essere più efficiente.
Behind the scenes of an Amazon warehouse, How its work pic.twitter.com/8rKuw09mZF
— Electro mart (@elecomart) February 17, 2018
Il modello di business di Amazon è incentrato sulla vendita all’utente di singoli prodotti, non di carichi di prodotti. Quindi non c’è ragione di tenere cinquanta tubi di dentifricio tutti insieme nello stesso posto. Ma Amazon non ha inventato questo metodo di distribuzione della merce; l’ha semplicemente applicato su una scala mai vista prima. E poi ci ha aggiunto i robot.
Leggi anche: Come si lavora ad Amazon. Una giornata nel centro robotizzato di Passo Corese
Nel 2012 Amazon ha acquistato Kiva System, l’azienda che produce gli automi incaricati di muovere le merci in 25 dei suoi 149 magazzini. Pagata 624 milioni di euro, dal 2014 Kiva ha messo in servizio oltre centomila robot. Come sottolinea Quartz, pur velocizzando il processo di immagazzinamento e di raccolta dei prodotti, questi robot non sono il segreto dell’efficienza dell’azienda. Sono “semplicemente” un modo più veloce di interpretare la filosofia della distribuzione casuale delle merci. I robot infatti lavorano come dei dipendenti umani, e distribuiscono la merce nel primo spazio libero: unica differenza, non la portano fino allo scaffale, ma lo spostano direttamente, lungo dei binari che ne consentono il movimento.
Secondo la stima realizzata nel 2016 dalla Deutsche Bank, il ciclo del prodotto dall’acquisto da parte dell’utente alla spedizione dura quindici minuti. Nei magazzini non robotizzati, tra i sessanta e i settantacinque. Secondo le stime i magazzini robotizzati possono inoltre contenere il 50% in più della merce.
Le consegne in due giorni sono state la principale innovazione del mercato, secondo il cofondatore della società di robotica per immagazzinamento Vecna, Daniel Theobold. Questo nuovo mercato ha rivoluzionato il mondo del commercio, ma anche quello dell’immagazzinamento. Nel 1998, ricorda Theobald, l’approccio casuale nella disposizione della merce era adottato dal 20% dei magazzini, mentre ora sono il 50%.
Leggi anche: Quanto guadagna effettivamente un magazziniere di Amazon?
Ma l’innovazione introdotta da Amazon non ha riguardato solo il processo di spedizione. L’azienda ha investito anche nel miglioramento della fase finale della consegna, quella che arriva alla porta dell’acquirente. Con investimenti nei droni e nelle consegne aeree, Amazon si conferma per essere una realtà alla ricerca di sempre nuove soluzioni logistiche, pur tenendo fermo il principio della disposizione casuale della merce.