Jeff Bezos è l'uomo dell'anno secondo Recode. La testata ha stilato una lista dei 100 nomi che hanno segnato il 2017 nel mondo dei media e della tecnologia. In cima c'è l'amministratore delegato di Amazon, che anche il Time aveva indicato tra i candidati al titolo di personalità dell'anno (poi andato al movimento #MeToo). Alle sue spalle c'è Susan Fowler, la donna che, con le sue rivelazioni, ha aperto la crisi di Uber.
1 - Jeff Bezos, l'uomo più ricco del mondo
Bezos è stato premiato perché ha “plasmato Amazon in modo da dominare i prossimi dieci anni”. Negli ultimi 12 mesi, il fondatore del gruppo ha inanellato una serie di successi: le azioni della società sono cresciute del 50%, rendendo Bezos l'uomo più ricco del mondo. Il gruppo si sta espandendo ben oltre l'e-commerce: produce contenuti, ha conquistato la leadership nel mercato degli assistenti digitali casalinghi grazie a Echo e all'intelligenza artificiale di Alexa e ha acquisito la catena di supermercati WholeFoods.
2 - Susan Fowler, la donna che ha messo in ginocchio Uber
Al secondo posto c'è Susan Fowler. Il nome è meno noto rispetto a quello di Bezos. E non è un manager di punta. Ma è la donna che, come scrive Recode, “ha messo in ginocchio Uber”. Fowler è infatti una ex ingegnere della società fondata da Travis Kalanick. Ed è stata la prima, in post sul suo blog, a denunciare le molestie subite all'interno della compagnia. È stata la mossa che ha fatto partire la slavina: il ceo Kalanick si è dimesso e Uber ha dovuto fronteggiare accuse di sessismo, scarsa trasparenza (con un furto di dati denunciato con un anno di ritardo) e spionaggio industriale.
3 - I giornalisti del caso Weinstein
Sul terzo gradino del podio c'è una squadra. È quella composta da Jodi Kantor, Megan Twohey e Ronan Farrow, i giornalisti che hanno scoperchiato il silenzio sugli abusi del produttore Harvey Weinstein. Per Recode le loro inchieste sono “giornalismo con la 'G' maiuscola” e segnano “un momento storico” capace di aprire “un'era post-Weinstein” anche grazie alle successive rivelazioni su decine di influenti personalità del cinema e dell'impresa.
4 - Zuckerberg tra Facebook e fake news
Mark Zuckerbeg entra in classifica al quarto posto. Merito, prima di tutto, dei risultati di Facebook: la società chiuderà l'anno con ricavi intorno ai 40 miliardi di dollari, il 45% in più rispetto allo scorso anno. Ha sbaragliato la concorrenza di Snapchat usando (copiando) le sue stesse armi. Ma Zuckerberg è così in alto nella lista di Recode anche per aver affrontato il tema delle fake news. Ha prima negato l'impatto del social network sulle elezioni americane. Ma ha poi corretto la rotta, impegnando risorse nel tentativo di arginare il fenomeno. Non ha ancora trovato soluzioni, ma il fatto che si sia posto il problema è già un passo avanti.
5 - Tim Cook "il sottovalutato"
Tim Cook, ceo di Apple, conquista la quinta piazza. Recode ne riconosce tutti i meriti, definendolo “ufficialmente un sottovalutato”. L'ombra e il carisma di Steve Jobs continuano a pesare, ma Apple non è mai stata così forte. E il merito è soprattutto di chi è alla guida. La Mela viene da quattro trimestri consecutivi di crescita, è diventata la società con la più alta capitalizzazione al mondo ed è la più seria candidata a diventare la prima compagnia da 1000 miliardi. Con l'iPhone X, Apple ha soddisfatto le attese di una svolta nel decimo anniversario dello smartphone.
Gli altri nella top 10
La top ten si chiude con Masayoshi Son (il ceo di SoftBank che con il suo Vision Fund ha inondato di liquidità il mondo tecnologico), Sundar Pichai (ceo di Google che ha avuto il merito di mettere al centro della società l'intelligenza artificiale), Elon Musk (il fondatore di Tesla e SpaceX ha saputo trasformare la propria vita “in un culto”), Katrina Lake (l'artefice del successo di Stitch Fix, una piattaforma capace di “dimostrare che si può ancora innovare” l'e-commerce in un mondo dominato da Amazon) e Margrethe Vestager (“nessuno ha penalizzato le grandi compagnie tecnologiche quanto la commissario Ue per la concorrenza”).