Studiare a Oxford, tornare in Italia, mollare l'università e fondare una startup. È la storia di Giordano Bottà, ceo e co-fondatore di Allelica, una neonata società che permette di leggere le variazioni genetiche del Dna, capire i disturbi cui si è predisposti e creare una dieta su misura per prevenirli. Con un test economico: 249 euro.
Da Roma a Oxford e ritorno
Bottà, co-fondatore assieme al britannico George Busby e a Paolo Di Domenico, è un biologo molecolare e bioinformatico. Ha fatto ricerca accanto ai massimi esperti mondiali di genomica e pubblicato su Nature. “Ci siamo resi conto che i progressi fatti dalla ricerca scientifica negli ultimi 2-3 anni non si traducono ancora in benefici reali per le persone”, afferma il ceo di Allelica. Insomma, Bottà e i suoi soci vorrebbero portare nelle mani dei clienti un pezzo di tecnologia già disponibile nei laboratori.
“Prima l'approccio genetico all'alimentazione personalizzata si basava su pochi elementi. Adesso c'è stato un salto che permette di analizzare centinaia di migliaia di punti. Oggi abbiamo molti più elementi per capire come reagisce il nostro corpo e se siamo predisposti a malattie come cardiopatie e diabete”.
Come funziona Allelica
Una volta prenotato l'esame dei propri geni, Allelica invia a casa un pacchetto che contiene un tampone, con cui raccogliere la propria saliva. Ci si registra sulla piattaforma online e si riconsegna la spedizione a un corriere. Il tampone verrà analizzato e i dati saranno affidato a un algoritmo che (nutrito con pubblicazioni scientifiche e in base agli obiettivi degli utenti) fornirà una dieta su misura. “Siamo bombardati da informazioni ma non ce n'è una giusta per tutti”, afferma Bottà.
Allelica è ancora ai primissimi passi: fondata alla fine del 2017, ha ottenuto un finanziamento pre-seed da Pi Campus di 50.000 euro. Risorse che, tanto per cominciare, hanno permesso a Bottà di concertarsi a tempo pieno sulla startup, sviluppando e portando sul mercato una prima versione del prodotto. Il suo percorso è per certi versi singolare. Perché Allelica è nato dalla ricerca ma non è uno spin-off universitario. E perché ha scelto di fare imprese in Italia.
Perché l'Italia (nonostante tutto)
“In ambito accademico – sottolinea Bottà – c'è un tema di competenze: mancano quelle che riguardano comunicazione e marketing. E sono ancora poche le piattaforme che supportano il passaggio dalla ricerca al mercato. E poi c'è un'eccessiva lentezza, che rende difficile l'apertura a capitali esterni”. “La burocrazia” è un tema, ma non il solo: “Manca un ponte tra mondo accademico e l'esterno. Ci sono pochi fondi, ma anche un tema di merito e un sistema che non incoraggia chi ha slancio”.
Nonostante tutto, però, Allelica ha scelto l'Italia. Per ragioni di cuore, testa e portafoglio. “A volta manca energia e ottimismo, ma per qualità della vita – spiega – l'Italia è uno dei posti migliori al mondo. Sono nato a Roma e ho deciso di tornare. E poi – aggiunge - creare un'azienda ha costi molto più bassi e spesso il personale ha una marcia in più”. Startup italiana ma con occhi all'estero. Non solo perché uno dei fondatori, George Busby, continua a fare ricerca a Oxford (“È lì che le cose accadono”, dice Bottà). Ma anche perché il prossimo obiettivo è “l'internazionalizzazione”. Da raggiungere attraverso un nuovo round di investimento.