Quando una ex guida turistica riesce a creare la più grande piattaforma di e-commerce al mondo, vuol dire che ha avuto la capacità di guardare al futuro. Quando parla di avvenire, quindi, vale la pena ascoltarlo. Non sarà Nostradamus e a volte parlerà per interesse personale. Ma raramente lo farà senza cognizione di causa. Jack Ma, il padre di Alibaba, ha rilasciato a Cnbc un'intervista di quasi 30 minuti nella quale parla di intelligenza artificiale, futuro del lavoro, globalizzazione, Trump.
Intelligenza artificiale
Nonostante sia a capo di uno dei maggiori gruppi tecnologici al mondo (o forse proprio per questo) Jack Ma vede nell'intelligenza artificiale enormi potenzialità e altrettanti rischi. Le rivoluzioni tecnologiche (quelle vere, epocali) sono state, afferma, alla base della prima e della seconda guerra mondiale. Al di là di questa interpretazione della storia, Ma afferma che machine learning e intelligenza artificiale rappresentano “la terza rivoluzione tecnologica”. E quindi “potrebbero causare una terza guerra mondiale”. Sarà una battaglia tra uomo e macchine o tra Stati messi in ginocchio dalla disoccupazione? Non è dato sapere.
I prossimi trent'anni? “Dolorosi”
Jack Ma si dice “preoccupato” per il futuro. E prevede trent'anni in cui i dolori saranno superiori alle gioie. Se l'automazione fosse lasciata a uno sviluppo selvaggio, non ci dovremmo preoccupare di scenari distopici ma dei conflitti umani. Perché ci sarebbe un crescente divario tra ricchi e poveri (con i lavori meno qualificati sostituiti dalle macchine).
Per scongiurare questo problema, serve che i governi prendano “decisioni difficili”. Che però, nel lungo periodo, saranno premianti. Quali sarebbero? Jack Ma non dà risposte esplicite, ma accenna ad alcuni fattori.
AI e conflitti sociali
“Non penso che dovrebbe sviluppare macchine come gli uomini”, ha affermato Ma. “Dovremmo invece essere certi che facciano cose che l'uomo non è in grado di fare”. Tuttavia, la sostituzione di alcuni lavori è praticamente certa. E meno “qualitativa e creativa” sarà la formazione dei più giovani, maggiori saranno i rischi. Come se ne esce? Mitigando i conflitti sociali: l'uomo deve concentrarsi “su giovani, inclusione, povertà e ambiente”. E usare la tecnologia con un obiettivo: “Migliorare la vita delle persone”.
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Pro globalizzazione (e contro Trump)
Jack Ma parla di intelligenza artificiale evocando un conflitto mondiale. Ma non accenna mai alla volontà di bloccare il processo in corso. Tentare di farlo è, semplicemente, “impossibile”. Erigere muri è quindi del tutto inutile. E qui il padre di Alibaba si rivolge a Trump: “La globalizzazione non si può fermare. Se non puoi fermarla, allora, migliorala, rendendola più inclusiva”. Un discorso che vale per il commercio e per gli uomini: “La mobilità è destinata ad aumentare”. Si può gestire, non annullare.
Come creare lavoro
“Il miglior modo per creare posti di lavoro – dice Ma – è aiutare i piccoli business a crescere”. Cioè a “produrre locale e vendere ovunque”. La globalizzazione e lo sviluppo tecnologico attuale sono stati costruiti da e per “le grandi compagnie” e si sono basati “sulla standardizzazione”. Il futuro è “dei piccoli” e della “personalizzazione”. Un'affermazione singolare, soprattutto perché detta da chi guida un gigante. Jack Ma, però, non pensa di mettersi da parte (e perché dovrebbe?): usa la prima persona plurale (“noi” grandi gruppi e governi) e il verbo “aiutare”.
Il futuro visto da Jack Ma è un mondo nel quale pochi intermediari di grandi dimensioni sostengono la diffusione di piccoli business in un unico mercato globale. “L'evoluzione tecnologica metterà alla prova decine di settori. Se non aiutiamo i piccoli business a diventare globali ci saranno grossi problemi”. Per evitarli occorre “agire subito”, prima che diventino irrisolvibili: “Il tetto va riparato quando splende ancora il sole”, ha affermato Ma.
Lavorare meno
“Mio nonno – racconta il fondatore di Alibaba – lavorava in una fattoria 16 ore al giorno ed era molto occupato. Noi lavoriamo otto ore al giorno, cinque giorni a settimana e pensiamo di essere molto occupati”. “Tra trent'anni le persone potrebbero lavorare quattro ore al giorno o anche 4 ore alla settimana”. “Come fa a esserne certo?” gli chiede il giornalista David Faber. Nessuna risposta categorica: “Vedremo tra 30 anni (se sarò ancora vivo)”.
L'era dei Data
I dati saranno importanti come l'acqua, dice Ma. Perché sono i dati a nutrire l'intelligenza artificiale. Senza, “lo sviluppo è impossibile”. Oggi è solo “l'inizio dell'era dei Data”. Parliamo già di “Big” ma è solo una questione di proporzioni: ciò che oggi sembra grande, tra poco apparirà minuscolo. Ma visto che i dati sono come l'acqua, in futuro diventa ancor più importante “la loro protezione”.
“Vinceranno gli uomini”
Ma dopo i trent'anni di sofferenza? Jack Ma, in fin dei conti, si attende un lieto fine. È convinto che in un conflitto tra uomo e macchine “vinceranno gli uomini”. “Ne sono certo, garantito”. La competizione con i software a chi è più intelligente, secondo Ma, è persa: “Saranno più forti e veloci di noi”. L'uomo dovrebbe quindi puntare su una cosa che le macchine “non avranno mai: la saggezza”.