Parla il 22enne che ha fermato Wannacry "con 10 sterline... e un po' di fortuna"
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Se il danno è fatto, almeno l'infezione è fermata

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Perchè di questo si tratta: limitare i danni, non porre riparo a quello che è già accaduto. Ma, soprattutto, è l'uomo al quale gli Stati Uniti devono molto: è stato grazie al suo intervento se, seguendo l'onda del fuso orario, l'infezione non si è propagata fino oltre oceano. Su Malware TechBlog ha raccontato la sua storia. Che abbiamo cercato di semplificare per farla comprendere anche a chi non è uno smanettone.

Si scatena l'inferno

"Quando sono tornato a casa alle 2,30, la piattaforma per la condivisione delle minacce è stata inondata da post su vari sistemi del servizio sanitario infettati in tutto il Paese, cosa che mi ha fatto capire che era qualcosa di grosso. Sono stato in grado di ottenere un campione del malware con l'aiuto di Kafeine, un buon amico e collega ricercatore. Quando ho eseguito il campione nel mio ambiente di analisi, ho immediatamente notato che il malware interrogava un dominio non registrato, che ho subito registrato".
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