Roma - Era il 4 ottobre 1582 quando, con la bolla 'Inter gravissimas', Papa Gregorio XIII introdusse quello che oggi è il calendario ufficiale nella maggior parte del mondo occidentale: il 'gregoriano'. E fu così che all'improvviso il 5 ottobre del 1582 divenne il 15 ottobre: un 'salto' di dieci giorni rispetto al precedente calendario giuliano che permetteva di regolare il calcolo dei giorni basandosi sull'anno solare. E di ovviare al problema intrinseco nel sistema di calcolo del giuliano che accumulava circa un giorno di ritardo ogni 128 anni rispetto al trascorrere delle stagioni.
Tra il 325 - anno in cui il Concilio di Nicea stabili' la regola per il calcolo della Pasqua - e il 1582 si era ormai accumulata una differenza di circa 10 giorni. Questo significava che la primavera, in base alle osservazioni astronomiche, non risultava piu' iniziare il 21 marzo, ma già l'11. E la Pasqua, che sarebbe dovuta cadere la prima domenica dopo il plenilunio di primavera, veniva spesso a cadere nella data sbagliata, con le medesime conseguenze su Quaresima e Pentecoste. Fu dunque stabilito di recuperare i giorni perduti cosi' da riallineare la data d'inizio delle stagioni con quella che si aveva nel 325, e di modificare la durata media dell'anno, in modo da prevenire il ripetersi del problema. Per recuperare i dieci giorni perduti, si stabili' che il giorno successivo al 4 ottobre 1582 fosse il 15.
Per sistemare il calendario giuliano furono usate le misurazioni pubblicate nel 1543 da Copernico, che era riuscito a calcolare, con notevole accuratezza, sia l'anno tropico sia l'anno siderale. (AGI)