Milano - L'idea alla base e' abbastanza semplice quanto rivoluzionaria: sfruttare la piu' moderna tecnologia per allungare il periodo cuscinetto tra il prelievo dell'organo e il trapianto, in modo da preservare e rigenerare il fegato per arrivare al trapianto in condizioni ottimali. E' successo nei giorni scorsi all'ospedale Niguarda di Milano, dove la nuova procedura ha consentito di salvare la vita ad una paziente in lista d'attesa per una malattia epatica terminale. Il tempo trascorso tra il prelievo e il trapianto rappresenta un vero e proprio record a livello nazionale e internazionale: sono trascorse, infatti, ben 20 ore. "Il fegato ha avuto una ripresa funzionale immediata e la paziente verra' trasferita in degenza ordinaria nelle prossime ore con esami epatici praticamente normali" spiega Luciano De Carlis, Direttore della Chirurgia Generale e dei Trapianti. Normalmente dopo il prelievo l'organo viene immediatamente conservato in condizioni di ipotermia. La bassa temperatura, circa 4CA?, consente infatti una riduzione del metabolismo cellulare con un minor deterioramento dei tessuti. Ma l'esclusione dalla circolazione sanguigna innesca quello che viene chiamato processo di ischemia: in pratica, la mancata ossigenazione puo' causare danni irreversibili che portano a rendere l'organo inutilizzabile per il trapianto dopo un periodo variabile, dalle 8 alle 12 ore, dal momento prelievo. (AGI)