Roma - Un tempo nella borsa del mare non potevano mancare pinne, maschera e boccaglio. Oggi bisogna condividere anche quello che si sbircia sott'acquae il modo migliore per farla è con una action camera. Magari la stessa che pochi mesi dopo si userà per immortalare le acrobazie sugli sci.
Ma cos’è una action cam, quali sono i pregi e i difetti dei vari modelli sul mercato? Ecco come scegliere la più adatta. La parola a Hiroshi Fusillo, esperto di Tecnologici.net
Le action cam sono delle piccole videocamere ideali per riprendere azioni in movimento durante le attività all’aperto, come ad esempio una corsa in bici, una discesa sugli sci, una sessione di surf, una scalata o un’immersione subacquea. Sono piccole e leggere, semplici da utilizzare, resistenti all’acqua e offrono un ampio angolo di campo che le rende particolarmente adatte alle riprese in prima persona, emulando quello che vedono i propri occhi, e alle auto-riprese, con l’obiettivo puntato verso di sé. Il brand GoPro è diventato la metonimia delle action cam ma negli ultimi anni il mercato si è ampliato con l’ingresso di nuovi competitor come Sony, TomTom, Garmin e molti brand meno conosciuti nella fascia economica.
Guida alla scelta della action cam
Non tutte le action cam sono adatte alle proprie esigenze e sono diversi gli aspetti da valutare nella scelta del modello giusto, riassumibili in:1. tipologia di utilizzo;
2. qualità di registrazione;
3. gestione ed elaborazione dei video;
Tipologia di utilizzo
Forma e dimensioni. Qual è l’utilizzo che si vuol fare della action cam? Se volete che sia poco ingombrante o volete posizionarla ad esempio sull’estremità di una chitarra o al di sotto di una tavola da skate, dovrà essere sufficientemente piccola, come la Polaroid Cube+ o la GoPro Hero Session. Una forma cilindrica, come la TomTom Bandit, è più aerodinamica, una forma invece sottile, come le action cam di Sony, facilita una presa più comoda e si presta all’aggancio laterale sul casco senza intaccare l’estetica, mentre la forma rettangolare delle GoPro è la più indicata per l’aggancio all’altezza del petto.
Impermeabilità. Se si vogliono fare delle riprese sott’acqua, è importante assicurarsi che siano impermeabili, controllando il massimo livello di profondità a cui si possono utilizzare, o in alternativa munirsi di un’apposita custodia protettiva. Alcune action cam si limitano ad essere resistenti agli schizzi d’acqua, altre sono adatte al solo snorkeling, altre ancora sono indicate anche per le immersioni in profondità. La maggior parte delle action cam, comprese le GoPro, richiede una custodia protettiva, mentre le Garmin Virb X e XE sono impermeabili fino a 50m di profondità senza l’ausilio di alcuna custodia.
Autonomia. Un’autonomia più elevata è in generale da preferire, soprattutto in caso di lunghe sessioni di registrazione, ma ancora più importante è la possibilità di rimuovere la batteria, allo scopo di dotarsi di unità di ricambio opportunamente pre-caricate. Esempi di modelli con batterie non removibili sono la GoPro Hero Session o la Polaroid Cube+.
Accessori. Le action cam hanno un corredo di accessori adatti a situazioni differenti: kit a ventosa, adesivi, fasce per il braccio, imbracature per il petto o supporti per caschi e manubri. Non tutte però possono vantare l’ampia disponibilità di accessori della GoPro, anche se alcune offrono sistemi di aggancio compatibili con la GoPro, come le Garmin, mentre altre possono essere resi compatibili con gli accessori GoPro mediante appositi adattatori.
Qualità di registrazione
Angolo di campo. La peculiarità delle action cam è nell’ottica ultra-grandangolare che consente di avere un angolo di campo molto ampio, solitamente fino a 170°. Sul mercato ci sono anche action cam che riprendono a 360°, come la nuova Nikon KeyMission 360 o la Kodak PixPro SP360, o altre ancora che limitano l’angolo di visione massimo a 120°, come la Polaroid Cube+. Ad un maggiore campo visivo corrisponde però anche una maggiore tendenza a fenomeni di distorsione dell’inquadratura, la cui entità può variare, a parità di angolo di campo, a seconda del modello. Le distorsioni possono diventare particolarmente fastidiose nei video in movimento o in prima persona, e possono essere corrette in post-produzione dai soli software delle action cam che prevedono tale funzionalità. Le action camera di Sony tendono a distorcere lungo i bordi in maniera più evidente rispetto alle GoPro, mentre lo Xiaomi Yi, nonostante il basso prezzo di listino, consente di correggere le distorsioni direttamente dal dispositivo.
Risoluzione. Le action cam si differenziano per la massima risoluzione a cui sono in grado di registrare. Gran parte delle action cam registrano video a 1080p (1920 x 1080 pixel) mentre alcuni modelli di punta offrono la registrazione a 2.7K (2715 x 1524 pixel) o 4K (3840 x 2160 pixel). Ma quali sono i vantaggi della registrazione a 4K? In realtà i benefici sono sfruttabili appieno solo dall’utenza professionale e consistono in un maggiore controllo delle immagini in fase di post-produzione e una migliore estensione della profondità dei colori. Non date quindi troppa importanza alla registrazione a 4K, tanto meno se il massimo framerate consentito è di 15fps (come per la GoPro Hero4 Silver o la TomTom Bandit). Per gli utenti amatoriali è preferibile registrare video di dimensioni inferiori che occupino meno spazio in memoria o più facilmente lavorabili tramite le app di editing, o in alternativa con un framerate più alto per sfruttare qualche effetto in slow-motion.
Bitrate. Il bitrate è la velocità con cui viene trasferito un flusso di dati per la codifica video. Più è alto il bitrate più è alta la qualità (e le dimensioni) del video. A parità di risoluzione (4K) e framerate (30fps) la FRD-X1000V, il modello di punta della gamma Sony, codifica con un bitrate di 100Mbps contro i 60Mbps della GoPro Hero4 Black.
Slow motion. Se volete fare delle buone riprese in slow motion, che vi consentano di riguardare a rallentatore l’esecuzione di un gesto tecnico o di un dettaglio in movimento, fate attenzione al massimo numero di frame per secondo (fsp) che è possibile impostare ad una determinata risoluzione (es. 60 fps a 1080p). Maggiore è il numero di frame per secondo, più fluido sarà il video: 30fps sono sufficienti per ottenere un video fluido, mentre valori superiori (60-120-240) sono necessari per una buona fluidità dei video in slow-motion. Ad esempio registrando un video a 120fps e rallentandolo ad un quarto della velocità reale, otterrete la stessa fluidità di un video a 30fps. A risoluzioni più elevate corrispondono inevitabilmente framerate più bassi: ad oggi non è ancora possibile registrare video fluidi in slow motion a 4K. La GoPro Hero4 Black e la Sony FDR-X1000V sono tra le action cam con una migliore resa degli slow motion, arrivando a 120fps nella registrazione a 1080p.
Controllo dell’esposizione. A differenza di una ripresa con una reflex o con una videocamera tradizionale, con le action cam spesso non abbiamo la possibilità di agire sul controllo dell’esposizione in tempo reale perché impegnati nell’attività sportiva o nell’esecuzione di un gesto tecnico. E’ quindi importante che l’esposizione compensi in automatico, e soprattutto in maniera rapida e precisa, eventuali cambi di luminosità o situazioni di controluce. Le action cam di Sony offrono un’ottima reattività alle variazioni delle condizioni di luce.
Gestione ed elaborazione dei video
Schermo LCD. Alcune action cam, come la GoPro Hero4 Silver, hanno uno schermo LCD incorporato per il controllo dell’inquadratura, per la visualizzazione in anteprima dei video registrati e per la navigazione del menu. Altre prevedono uno schermo LCD per il solo settaggio delle impostazioni, delegando la gestione dei video ad un dispositivo esterno, come uno smartphone o un tablet, connesso tramite Wi-fi. Altre ancora, come lo Xiaomi Yi, danno informazioni sulla modalità di funzionamento o sullo stato della batteria solo attraverso dei LED colorati.
Stabilizzazione integrata. Durante alcune attività sportive la action cam può essere soggetta a vibrazioni, come ad esempio durante un’escursione in mountain bike su un percorso sterrato. E’ possibile stabilizzare il video in post-produzione tramite i programmi di video-editing, o limitare le vibrazioni, se avete la possibilità di utilizzare le mani durante le riprese, utilizzando uno stabilizzatore giroscopico. La soluzione più semplice però è quella di avere un video nativo già sufficientemente stabile per mezzo della stabilizzazione di immagine integrata, come nel caso delle ultime action camera di Sony dotate di stabilizzazione digitale “SteadyShot”.
GPS. Se siete interessati a tracciare i vostri movimenti e misurare parametri come la velocità o la distanza da imprimere sul video finale, assicuratevi che la action cam sia dotata di GPS ed accelerometri. Nelle GoPro ad esempio le funzionalità GPS non sono presenti, mentre rappresentano il punto di forza delle action cam di Garmin e TomTom.
App e software di editing. La qualità del risultato finale passa anche attraverso i software di video-editing messi a disposizione dagli stessi produttori sotto forma di app per smartphone o software per PC/Mac. Se non avete confidenza con software avanzati come Adobe Premiere Pro e volete sfruttare la comodità di assemblare e condividere i video tramite software più intuitivi, o ancora, volete imprimere sui video i dati aggiuntivi messi a disposizione dai sensori addizionali, la soluzione è quella di puntare su un prodotto affiancato ad un buon software proprietario di video-editing. GoPro Studio è tra i software più completi per l’editing dei video registrati con le action cam.
(AGI)