Roma - Da un garage di Los Altos, in California, fino a Wall Street, passando per le scrivanie (e le orecchie) di mezzo mondo: è la scalata di Apple che il primo aprile compie 40 anni. In sole quattro decadi la società di Cupertino ha rivoluzionato il mondo dell'informatica, al motto di "think different". La chiave del successo è tutta in queste due parole: nel 1976 il computer è una macchina complessa, costosa e per pochi. Steve Jobs e i suoi due soci - Steve Wozniak e Ronald Wayne - progettano nel garage dei genitori di Jobs una macchina "per hobby" più semplice da usare, più economica grazie a un ridotto numero di componenti e collegabile allo schermo della televisione: l'Apple I. Ne vengono realizzati 200 e per sostenere la spesa Jobs vende il suo furgone Volkswagen mentre Wozniack rinuncia alla sua calcolatrice scientifica. Nel 1977 i tre presentano l'Apple II: è l'inizio dell'era del personal computer che raggiunge il picco, almeno in casa Apple, con il Macintosh.
In vendita nuovi iPad e iPhone
L'attitudine di Jobs a "pensare diversamente" si rispecchia nei prodotti del marchio della mela morsicata: dall'iPhone, lo smartphone che ha introdotto al grande pubblico il mondo delle app; l'iPod, un piccolissimo dispositivo per ascoltare migliaia di brani grazie attraverso la libreria musicale di iTunes; e l'iPad, il tablet che ha 'compresso' un pc in una 'tavoletta' . Il 2011 è l'anno della morte di Jobs, ucciso da un tumore al pancreas, e dell'inizio della fase più difficile per la compagnia di Cupertino. Sono molti infatti a sostenere che l'era post-Jobs, guidata da Tim Cook, è sottotono. Più che un marchio oggi la mela è uno status symbol, e forse l'azienda di Cupertino è la più osannata e criticata in assoluto. Ultima controversia in ordine di tempo il braccio di ferro con l'Fbi per l'accesso ai dati privati dell'iPhone del killer della strage di San Bernardino. Prima ancora, nel 2009, l'immagine della Apple era stata macchiata da una serie di suicidi da parte di una decina di operai schiacciati dalla pesanti condizioni di lavoro della taiwanese Foxconn, che assembla i suoi prodotti. (AGI)