Qual è la parola che più di ogni altra rivela l’amore per l’altro? “Mangia”. Le mamme la ripetono fino allo sfinimento ai loro piccoli. Procurare il cibo è un atto istintivo che attraversa il mondo animale. Tutti mangiamo. Ma alla domanda “cosa mangiamo davvero”, quanti di noi saprebbero rispondere? Secondo gli ultimi dati di Coldiretti, l’alimentazione degli italiani ha avuto una svolta salutistica con 320 kg/pro capite l’anno di frutta e verdura. Il consumo di pane è sceso a 31,05 Kg/pro capite mentre, secondo i dati Censis, nel 2015 abbiamo mangiato “solo” 79,1 kg/pro capite di carne.
Cosa (e quanto) mangiano gli italiani ogni anno
- 320 kg di frutta e verdura
- 31,05 kg di pane
- 79,1 kg di carne
Siamo il Paese delle eccellenze certificate. E per questo quello più a rischio
Ma cosa mangiamo davvero? Qual è la qualità di ciò che arriva nei nostri piatti? L’Italia è eccellenza enogastronomica con il record di maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine (DOP) e a indicazione geografica (IGP) riconosciuti dall'Unione europea. Come vanta il Ministero delle Politiche Agricole e secondo l’ultimo rapporto dell’ ISMEA, il nostro Paese è addirittura leader mondiale per numero di DOP e IGP con 814 prodotti di qualità a denominazione controllata, tra alimenti e vino. Settore che raggiunge i 13,8 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2015, per una crescita del +2,6% su base annua e un peso del 10% sul fatturato totale dell’industria agroalimentare nazionale. E possiamo vantare anche il primo posto sulla sicurezza alimentare, stando all’ultimo rapporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sui residui dei pesticidi negli alimenti.
Ma, secondo l’ultimo Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, nel 2015, il business delle Agromafie aveva già superato i 16 miliardi di euro, macchiandosi di ogni tipo di reato che poco dovrebbe avere a che fare con il cibo buono e sicuro: dall’associazione per delinquere di stampo mafioso e camorristico, alla truffa, fino alla contraffazione di marchi, alla concorrenza illecita con minaccia o violenza e al trasferimento fraudolento di valori.
Infografica: Sappiamo davvero cosa mangiamo?
Per gli italiani è più grave truffare sul cibo che evadere il fisco
Comportamenti allarmanti, che hanno fatto lievitare la stima del falso Made in Italy alimentare ad oltre 60 miliardi di euro. Due prosciutti su tre sono venduti come italiani ma provengono da animali di allevamenti stranieri e tre confezioni su quattro di latte sono prodotti con latte estero. Il che non è necessariamente un male, ma lo diventa se lo nascondi al consumatore. Tanto che, secondo Coldiretti, un terzo dei prodotti venduti nella nostra penisola ed esportati come Made in Italy, contiene materie prime straniere. Non a caso le frodi alimentari sono il reato più temuto dagli italiani: per 6 persone su 10 sono più gravi di quelle fiscali (fonte Coldiretti- Ixe).
Quanto vale il falso made in Italy nel cibo
- Due prosciutti 'italiani' su 3 sono prodotti con animali stranieri
- Tre cartoni di latte su 4 contengono materia prima non italiana
- Stima annua complessima: 60 miliardi l'anno
Mettendo in fila i dati ci siamo convinti della necessità di un’inchiesta di interesse pubblico, in grado di rispondere alla domanda sempre più crescente di qualità e sicurezza alimentare combinata con il giusto prezzo, elemento fondamentale per le famiglie italiane, che in tempo di crisi hanno visto innalzare del 248% il valore di cibi e bevande adulterate sequestrate in Italia (fonte Coldiretti).
Cibo: 7 cose da sapere su quello che mangiamo - FOTO
Cosa è il Foia e perchè ci dà una mano
Quesiti che necessitano di una precisa risposta e che, di volta in volta, porremo ad istituzioni, esperti ed enti di controllo, analizzando dati e segnalazioni, utilizzando il diritto di accesso alle informazioni sancito dal decreto trasparenza entrato in vigore lo scorso 23 dicembre (Foia).
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Come funziona esattamente il sistema di prevenzione e della tutela della salute pubblica rispetto a ciò che mangiamo? Che cosa possiamo fare tutti per migliorare e vigilare? Quali sono le eventuali falle del sistema europeo di etichettatura e tracciabilità della filiera del cibo, dopo le nuove disposizioni del 13 dicembre 2016?
Prima regola: tutelare le fonti
Per fare tutto ciò, ricorreremo alla consultazione di banche dati e fonti pubbliche, alle segnalazioni dei cittadini attraverso form online dedicati, mail e i social network. Così come sosterremo chi vorrà segnalare un illecito in modo anonimo, perché preoccupato per la propria sicurezza, utilizzando strumenti che tutelino i whistleblowers.
Con l'obiettivo di ascoltare cittadini, comunità, associazioni, esperti e porre le giuste domande ai decisori e rappresentanti delle istituzioni e delle imprese. Anche grazie alla vostra partecipazione andremo a investigare, documentare e sollecitare coloro che devono tutelare la salute pubblica e coloro che devono rispettare la legalità. Un viaggio che ci vedrà impegnati in questi mesi, che non dimenticherà di raccontare le buone pratiche presenti e possibili dell’agroalimentare italiano che ci rendono unici al mondo.