Home>Foto Ogni anno nei mari italiani vengono catturate 50 mila tartarughe. Lo sapevate? Diecimila esemplari finiscono nelle reti e non sopravvivono. Oggi è la giornata mondiale per la protezione di questi animali 16 giugno 2017 giornata-mondiale tartarughe ambiente @ Foto: FRANS LANTING / FRANS LANTING STOCK / MINT IMAGES Dermochelys coriacea - Colore nerastro o bruno scuro con macchie chiare. Piccolo becco corneo a forma di W. Nel maschio il piastrone è concavo e la coda raggiunge e talvolta supera la lunghezza delle natatoie posteriori, nella femmina il piastrone è invece convesso e la coda è più corta degli arti (nella foto le tracce lasciate dalla tartaruga) @ foto: ASIT KUMAR / AFP Le tartarughe marine. Il 16 giugno è la giornata mondiale loro dedicata. Ogni anno circa 50mila esemplari di tartarughe marine vengono catturati accidentalmente nei mari italiani; verosimilmente oltre 10mila non sopravvivono; la maggior parte viene liberata in mare direttamente dai pescatori mentre alcune centinaia vengono curate nei centri di recupero distribuiti lungo le nostre coste. Il progetto europeo TartaLife finanziato attraverso il programma LIFE+, che ha l’obiettivo di ridurre la mortalità delle tartarughe marine durante le attività di pesca professionale, indica il mare Adriatico quale area a maggior rischio (con circa 24mila episodi di cattura all’anno) per le tartarughe marine che frequentano in massa quest’area caratterizzata da bassi fondali ricchi di nutrimento. Tuttavia, anche nello Ionio, nel basso Tirreno e nel Canale di Sicilia le catture accidentali di tartarughe marine sono tutt’altro che rare. Il rischio maggiore è rappresentato dalle reti da posta utilizzate dalla piccola pesca costiera e dalle reti a strascico – responsabili di oltre 20mila episodi di cattura ciascuno - e dai palangari che, con oltre 8.000 catture anno rappresentano uno degli attrezzi da pesca più impattanti. @ Foto: ANTONIO BUSIELLO / ROBERT HARDING PREMIUM / ROBERTHARDING Le tartarughe di mare (Chelonioidea) sono una superfamiglia di Testudines adattate alla vita marina. Sono tra i più antichi tetrapodi della Terra @ Foto: BRUSINI AURÉLIEN / HEMIS.FR / HEMIS.FR / HEMIS Sono rettili perfettamente adattati alla vita marina, grazie alla forma allungata del corpo, ricoperto da un robusto guscio o carapace, ed alla presenza di “zampe” trasformate in pinne. @ Foto: ASIT KUMAR / AFP Le tartarughe di mare sono per lo più erbivore e mangiano soprattutto alghe e alcuni tipi di corallo @ Foto: BRUSINI AURÉLIEN / HEMIS.FR / HEMIS.FR / HEMIS Si nutrono anche di meduse, essendo immuni alla loro puntura, grazie alla robusta pelle di cui sono dotate. @ Foto: PIERRE HUGUET / BIOSPHOTO Famiglia Dermochelyidae:Dermochelys coriacea tartaruga liuto o dermochelide coriaceaFamiglia Cheloniidae:Caretta caretta tartaruga comuneChelonia mydas tartaruga verde o tartaruga francaEretmochelys imbricata tartaruga embricataLepidochelys kempii tartaruga di KempLepidochelys olivacea tartaruga olivastra o tartaruga bastardaNatator depressus tartaruga a dorso piatto @ Foto: YURI CORTEZ / AFP Lepidochelys olivacea - La tartaruga bastarda olivacea è un rettile testudinato della famiglia dei Chelonidi @ Foto: Padre Island National SeashoreLepidochelys olivacea - La specie pare diffusa in particolare alle latitudini tropicali (generalmente fra i 40° nord e i 40° sud) degli oceani Indiano e Pacifico, Mar Rosso compreso: la si trova anche nell'Oceano Atlantico centro-meridionale @ Foto: Christopher Swann / Biosphoto Lepidochelys olivacea - Predilige le acque costiere (entro i 15 km dalla linea costiera), ma esemplari solitari si possono trovare anche nelle acque aperte. Il carapace misura fino a 75 cm, per un peso massimo che sfiora a malapena il mezzo quintale: queste misure ne fanno una delle tartarughe marine di minori dimensioni @ Foto: Yannick Tylle / picture alliance / DPA Eretmochelys imbricata - La tartaruga embricata è una tartaruga marina della famiglia delle Cheloniidae. È l'unica specie del genere Eretmochelys. Può misurare fino a 90 cm. Si riproduce da febbraio a luglio, a seconda che ci si sposti da sud verso nord. Scava nidi di circa 50 cm e ogni femmina può deporre un centinaio di uova che schiudono in 45-55 giorni @ Foto: Jean Cassou / Biosphoto Eretmochelys imbricata - La specie ha un ampio areale essendo diffusa nella fascia tropicale sia dell'Oceano Atlantico (sottospecie E. imbricata imbricata) che del Pacifico (E. imbricata bissa). La testa è ben sviluppata, con un becco molto appuntito e simile a quello dei rapaci @ Foto: DIRSCHERL REINHARD / HEMIS.FR / HEMIS.FR / HEMISChelonia mydas - La tartaruga verde è una tartaruga marina della famiglia Cheloniidae. L'adulto è lungo fino a 140 cm circa, con un peso che può raggiungere i 500 kg @ Foto: DOZIER MARC / HEMIS.FR / HEMIS Chelonia mydas - Si distingue dalle altre tartarughe marine per il carapace dotato di quattro paia di scuti costali, una sola placca prefrontale sulla testa, che è robusta, voluminosa ed arrotondata, la punta del becco corneo della mascella superiore non ricurva ad uncino e gli scudi del carapace mai embricati @ Foto: STEVE WOODS PHOTOGRAPHY / CULTURA CREATIVE Chelonia mydas - Si nutre prevalentemente di fanerogame marine e per questo la si rinviene soprattutto in aree ricche di praterie sommerse. La stagione riproduttiva va da luglio a marzo @ Foto: STEVE WOODS PHOTOGRAPHY / CULTURA CREATIVE Chelonia mydas - La specie è cosmopolita di mari tropicali e subtropicali. Vive in acque pelagiche e costiere, in vicinanza delle barriere coralline e di coste sabbiose, dalla superficie fino a 30-40 metri di profondità @ Foto: TIM GRAHAM / ROBERT HARDING HERITAGE / ROBERTHARDING Caretta caretta - E' la tartaruga marina più comune del mar Mediterraneo. La specie è fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo ed è ormai al limite dell'estinzione nelle acque territoriali italiane @ Foto: JENS BUTTNER / ZB / DPA Caretta caretta - Alla nascita è lunga circa 5 cm. La lunghezza di un esemplare adulto è di 80 – 140 cm, con massa variabile tra i 100 ed i 160 kg. La testa è grande, con il rostro molto incurvato @ Foto: SULEYMAN ELCIN / ANADOLU AGENCY Caretta caretta - Gli arti sono molto sviluppati, specie gli anteriori, e muniti di due unghie negli individui giovani che si riducono ad una negli adulti. In estate, nei mesi di giugno, luglio ed agosto, maschi e femmine si danno convegno nelle zone di riproduzione, al largo delle spiagge dove le seconde sono probabilmente nate @ Foto: LEEMAGE Dermochelys coriacea - La tartaruga liuto è la più grande tra le tartarughe marine. È l'unica specie del genere Dermochelys e della famiglia Dermochelyidae. Vive nei mari caldi e temperati. Si avvicina alle coste per riprodursi e cacciare. Non si hanno notizie di nidificazione in Italia. @ Foto: BRUSINI AURÉLIEN / HEMIS.FR / HEMIS.FR / HEMIS Dermochelys coriacea - Alla nascita è lunga 5,5 cm. Gli esemplari adulti possono arrivare fino a 160 cm di lunghezza e pesano fino a 700 chili. Il carapace è formato da piccole placche ossee disposte a mosaico, ricoperte da una pelle cuoiosa e liscia, spessa ma flessibile, tratto che in inglese le è valso il nome comune di leatherback turtle, ovvero tartaruga dorso di cuoio @ Foto: FRANS LANTING / FRANS LANTING STOCK / MINT IMAGES Dermochelys coriacea - Colore nerastro o bruno scuro con macchie chiare. Piccolo becco corneo a forma di W. Nel maschio il piastrone è concavo e la coda raggiunge e talvolta supera la lunghezza delle natatoie posteriori, nella femmina il piastrone è invece convesso e la coda è più corta degli arti (nella foto le tracce lasciate dalla tartaruga) @ foto: ASIT KUMAR / AFP Le tartarughe marine. Il 16 giugno è la giornata mondiale loro dedicata. Ogni anno circa 50mila esemplari di tartarughe marine vengono catturati accidentalmente nei mari italiani; verosimilmente oltre 10mila non sopravvivono; la maggior parte viene liberata in mare direttamente dai pescatori mentre alcune centinaia vengono curate nei centri di recupero distribuiti lungo le nostre coste. Il progetto europeo TartaLife finanziato attraverso il programma LIFE+, che ha l’obiettivo di ridurre la mortalità delle tartarughe marine durante le attività di pesca professionale, indica il mare Adriatico quale area a maggior rischio (con circa 24mila episodi di cattura all’anno) per le tartarughe marine che frequentano in massa quest’area caratterizzata da bassi fondali ricchi di nutrimento. Tuttavia, anche nello Ionio, nel basso Tirreno e nel Canale di Sicilia le catture accidentali di tartarughe marine sono tutt’altro che rare. Il rischio maggiore è rappresentato dalle reti da posta utilizzate dalla piccola pesca costiera e dalle reti a strascico – responsabili di oltre 20mila episodi di cattura ciascuno - e dai palangari che, con oltre 8.000 catture anno rappresentano uno degli attrezzi da pesca più impattanti. @ Foto: FRANS LANTING / FRANS LANTING STOCK / MINT IMAGES Dermochelys coriacea - Colore nerastro o bruno scuro con macchie chiare. Piccolo becco corneo a forma di W. Nel maschio il piastrone è concavo e la coda raggiunge e talvolta supera la lunghezza delle natatoie posteriori, nella femmina il piastrone è invece convesso e la coda è più corta degli arti (nella foto le tracce lasciate dalla tartaruga) @ foto: ASIT KUMAR / AFP Le tartarughe marine. Il 16 giugno è la giornata mondiale loro dedicata. Ogni anno circa 50mila esemplari di tartarughe marine vengono catturati accidentalmente nei mari italiani; verosimilmente oltre 10mila non sopravvivono; la maggior parte viene liberata in mare direttamente dai pescatori mentre alcune centinaia vengono curate nei centri di recupero distribuiti lungo le nostre coste. Il progetto europeo TartaLife finanziato attraverso il programma LIFE+, che ha l’obiettivo di ridurre la mortalità delle tartarughe marine durante le attività di pesca professionale, indica il mare Adriatico quale area a maggior rischio (con circa 24mila episodi di cattura all’anno) per le tartarughe marine che frequentano in massa quest’area caratterizzata da bassi fondali ricchi di nutrimento. Tuttavia, anche nello Ionio, nel basso Tirreno e nel Canale di Sicilia le catture accidentali di tartarughe marine sono tutt’altro che rare. Il rischio maggiore è rappresentato dalle reti da posta utilizzate dalla piccola pesca costiera e dalle reti a strascico – responsabili di oltre 20mila episodi di cattura ciascuno - e dai palangari che, con oltre 8.000 catture anno rappresentano uno degli attrezzi da pesca più impattanti. @ Foto: ANTONIO BUSIELLO / ROBERT HARDING PREMIUM / ROBERTHARDING Le tartarughe di mare (Chelonioidea) sono una superfamiglia di Testudines adattate alla vita marina. Sono tra i più antichi tetrapodi della Terra @ Foto: BRUSINI AURÉLIEN / HEMIS.FR / HEMIS.FR / HEMIS Sono rettili perfettamente adattati alla vita marina, grazie alla forma allungata del corpo, ricoperto da un robusto guscio o carapace, ed alla presenza di “zampe” trasformate in pinne. @ Foto: ASIT KUMAR / AFP Le tartarughe di mare sono per lo più erbivore e mangiano soprattutto alghe e alcuni tipi di corallo @ Foto: BRUSINI AURÉLIEN / HEMIS.FR / HEMIS.FR / HEMIS Si nutrono anche di meduse, essendo immuni alla loro puntura, grazie alla robusta pelle di cui sono dotate. @ Foto: PIERRE HUGUET / BIOSPHOTO Famiglia Dermochelyidae:Dermochelys coriacea tartaruga liuto o dermochelide coriaceaFamiglia Cheloniidae:Caretta caretta tartaruga comuneChelonia mydas tartaruga verde o tartaruga francaEretmochelys imbricata tartaruga embricataLepidochelys kempii tartaruga di KempLepidochelys olivacea tartaruga olivastra o tartaruga bastardaNatator depressus tartaruga a dorso piatto @ Foto: YURI CORTEZ / AFP Lepidochelys olivacea - La tartaruga bastarda olivacea è un rettile testudinato della famiglia dei Chelonidi @ Foto: Padre Island National SeashoreLepidochelys olivacea - La specie pare diffusa in particolare alle latitudini tropicali (generalmente fra i 40° nord e i 40° sud) degli oceani Indiano e Pacifico, Mar Rosso compreso: la si trova anche nell'Oceano Atlantico centro-meridionale @ Foto: Christopher Swann / Biosphoto Lepidochelys olivacea - Predilige le acque costiere (entro i 15 km dalla linea costiera), ma esemplari solitari si possono trovare anche nelle acque aperte. Il carapace misura fino a 75 cm, per un peso massimo che sfiora a malapena il mezzo quintale: queste misure ne fanno una delle tartarughe marine di minori dimensioni @ Foto: Yannick Tylle / picture alliance / DPA Eretmochelys imbricata - La tartaruga embricata è una tartaruga marina della famiglia delle Cheloniidae. È l'unica specie del genere Eretmochelys. Può misurare fino a 90 cm. Si riproduce da febbraio a luglio, a seconda che ci si sposti da sud verso nord. Scava nidi di circa 50 cm e ogni femmina può deporre un centinaio di uova che schiudono in 45-55 giorni @ Foto: Jean Cassou / Biosphoto Eretmochelys imbricata - La specie ha un ampio areale essendo diffusa nella fascia tropicale sia dell'Oceano Atlantico (sottospecie E. imbricata imbricata) che del Pacifico (E. imbricata bissa). La testa è ben sviluppata, con un becco molto appuntito e simile a quello dei rapaci @ Foto: DIRSCHERL REINHARD / HEMIS.FR / HEMIS.FR / HEMISChelonia mydas - La tartaruga verde è una tartaruga marina della famiglia Cheloniidae. L'adulto è lungo fino a 140 cm circa, con un peso che può raggiungere i 500 kg @ Foto: DOZIER MARC / HEMIS.FR / HEMIS Chelonia mydas - Si distingue dalle altre tartarughe marine per il carapace dotato di quattro paia di scuti costali, una sola placca prefrontale sulla testa, che è robusta, voluminosa ed arrotondata, la punta del becco corneo della mascella superiore non ricurva ad uncino e gli scudi del carapace mai embricati @ Foto: STEVE WOODS PHOTOGRAPHY / CULTURA CREATIVE Chelonia mydas - Si nutre prevalentemente di fanerogame marine e per questo la si rinviene soprattutto in aree ricche di praterie sommerse. La stagione riproduttiva va da luglio a marzo @ Foto: STEVE WOODS PHOTOGRAPHY / CULTURA CREATIVE Chelonia mydas - La specie è cosmopolita di mari tropicali e subtropicali. Vive in acque pelagiche e costiere, in vicinanza delle barriere coralline e di coste sabbiose, dalla superficie fino a 30-40 metri di profondità @ Foto: TIM GRAHAM / ROBERT HARDING HERITAGE / ROBERTHARDING Caretta caretta - E' la tartaruga marina più comune del mar Mediterraneo. La specie è fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo ed è ormai al limite dell'estinzione nelle acque territoriali italiane @ Foto: JENS BUTTNER / ZB / DPA Caretta caretta - Alla nascita è lunga circa 5 cm. La lunghezza di un esemplare adulto è di 80 – 140 cm, con massa variabile tra i 100 ed i 160 kg. La testa è grande, con il rostro molto incurvato @ Foto: SULEYMAN ELCIN / ANADOLU AGENCY Caretta caretta - Gli arti sono molto sviluppati, specie gli anteriori, e muniti di due unghie negli individui giovani che si riducono ad una negli adulti. In estate, nei mesi di giugno, luglio ed agosto, maschi e femmine si danno convegno nelle zone di riproduzione, al largo delle spiagge dove le seconde sono probabilmente nate @ Foto: LEEMAGE Dermochelys coriacea - La tartaruga liuto è la più grande tra le tartarughe marine. È l'unica specie del genere Dermochelys e della famiglia Dermochelyidae. Vive nei mari caldi e temperati. Si avvicina alle coste per riprodursi e cacciare. Non si hanno notizie di nidificazione in Italia. @ Foto: BRUSINI AURÉLIEN / HEMIS.FR / HEMIS.FR / HEMIS Dermochelys coriacea - Alla nascita è lunga 5,5 cm. Gli esemplari adulti possono arrivare fino a 160 cm di lunghezza e pesano fino a 700 chili. Il carapace è formato da piccole placche ossee disposte a mosaico, ricoperte da una pelle cuoiosa e liscia, spessa ma flessibile, tratto che in inglese le è valso il nome comune di leatherback turtle, ovvero tartaruga dorso di cuoio @ Foto: FRANS LANTING / FRANS LANTING STOCK / MINT IMAGES Dermochelys coriacea - Colore nerastro o bruno scuro con macchie chiare. Piccolo becco corneo a forma di W. Nel maschio il piastrone è concavo e la coda raggiunge e talvolta supera la lunghezza delle natatoie posteriori, nella femmina il piastrone è invece convesso e la coda è più corta degli arti (nella foto le tracce lasciate dalla tartaruga) @ foto: ASIT KUMAR / AFP Le tartarughe marine. Il 16 giugno è la giornata mondiale loro dedicata. Ogni anno circa 50mila esemplari di tartarughe marine vengono catturati accidentalmente nei mari italiani; verosimilmente oltre 10mila non sopravvivono; la maggior parte viene liberata in mare direttamente dai pescatori mentre alcune centinaia vengono curate nei centri di recupero distribuiti lungo le nostre coste. Il progetto europeo TartaLife finanziato attraverso il programma LIFE+, che ha l’obiettivo di ridurre la mortalità delle tartarughe marine durante le attività di pesca professionale, indica il mare Adriatico quale area a maggior rischio (con circa 24mila episodi di cattura all’anno) per le tartarughe marine che frequentano in massa quest’area caratterizzata da bassi fondali ricchi di nutrimento. Tuttavia, anche nello Ionio, nel basso Tirreno e nel Canale di Sicilia le catture accidentali di tartarughe marine sono tutt’altro che rare. Il rischio maggiore è rappresentato dalle reti da posta utilizzate dalla piccola pesca costiera e dalle reti a strascico – responsabili di oltre 20mila episodi di cattura ciascuno - e dai palangari che, con oltre 8.000 catture anno rappresentano uno degli attrezzi da pesca più impattanti.