Il governo iraniano ha deciso di investire nelle miniere d'oro, complici anche le recenti scoperte nella maggiore miniera del paese e del Medioriente, quella di Zarshuran, dove i giacimenti del metallo prezioso sarebbero quattro volte più di quanto stimato fino ad oggi.In provincia di Takab, a nord-ovest dell'Iran, sorge lo stabilimento di Zarshuran (in persiano "terra dell'oro salato"), dove si trova una delle più grandi miniere d'oro del Medioriente.
E' uscito da poco il dato che dimostra che nei primi quattro mesi del nuovo anno iraniano (iniziato il 21 marzo 2017), la miniera ha dato alla luce 142 mila tonnellate di materiale minerario, 3 volte e mezzo le stime effettuate in precedenza. Secondo le stime precedenti (che quindi ora dovranno essere aggiornate) Zarshuran racchiudeva 110 tonnellate di oro puro e secondo il programma dell'Inidro, l'organizzazione governativa iraniana per lo sviluppo e la modernizzazione delle miniere e delle industrie, dovrà arrivare a produrre 6 tonnellate di oro puro all'anno. La miniera ha già dato alla luce, nell'anno dell'inaugurazione il 2014, 3 tonnellate d'oro, 2.5 tonnellate d'argento ed una tonnellata di mercurio.
L'Iran si trova attualmente al 54esimo posto al mondo per la produzione aurea, ma secondo l'ISNA, i 10 chili al giorno di produzione attuale della miniera, faranno salire la posizione del Paese. E' sicuramente un ottima notizia per Rohani, che in questi giorni assiste alla perdita di valore del Rial nei confronti del dollaro e dell'euro; sicuramente, anche maggiori riserve auree (anche se non sono chiaramente l'unico elemento), potranno frenare l'andamento, insieme ad altri strumenti che l'Iran sta cercando di sfruttare. Tornando all'oro, nel paese dei persiani oggi sono attive 12 miniere, ma l'Imidro ne ha identificate altre 10; mancano però, almeno per il momento, i soldi per poterle sfruttare. L'Iran è una nazione sempre più industrializzata e l'aumento della produzione aurea interna può essere una buona notizia per le industrie elettriche ed elettroniche; il nobile metallo, spiega la radiotelevisione di stato IRIB, è anche utilizzata dalle industrie della difesa e per la cabina degli aerei. Altra applicazione è l'industria sanitaria, settore in cui l'Iran ha fatto parlare sempre più di se negli ultimi anni.
Le prime testimonianze certe dell'uso dell'oro in Iran, risalgono al periodo dei Medi (primo millennio a.C.), e secondo lo storico francese Roman Ghirshman, questo veniva preso dalle miniere attorno ad Ecbatan, l'odierna città di Hamedan, sempre nel nord-ovest dell'Iran. Gli antichi persiani realizzavano soprattutto con l'oro i Rython, coppe dall'estremità zoomorfa che si credeva trasmettessero la forza degli animali che rappresentavano (leoni, capre, tori), a chi le usava per bere vino. Nel periodo degli Achemenidi, la dinastia fondata da Ciro si spingeva fino all'attuale Romania per ricavare il metallo prezioso; Dario, al momento della costruzione di Persepoli nel 518 a.C., ne fece un uso esteso.
Se oggi però in Iran, esistono 70 mila botteghe di orefici che lavorano il metallo prezioso, il merito è probabilmente della dinastia seicentesca dei Safavidi, che riscoprirono la lavorazione del metallo prezioso, anche per la realizzazione di fantastici gioielli per i re e le regine. Fu proprio la loro tradizione a protrarsi anche fino al periodo dei Pahlavì, e non a caso oggi, il museo dei gioielli di Teheran, che si trova nel caveau della Banca Nazionale dell'Iran, è una delle principali attrazioni dell'Iran intero e secondo molti turisti, vale il viaggio nella terra dei persiani.