“Paolo Nespoli mi ha detto quanto si senta legato all’Italia e quanto si senta fiero di svolgere ricerche che hanno un grande impatto scientifico”. Così l’ambasciatore italiano a Washington, Armando Varricchio, riferendo della sua telefonata dal leggendario Mission Control Center della Nasa di Houston con Paolo Nespoli, l’astronauta italiano in missione dallo scorso 28 luglio sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) dove restera’ fino a dicembre. “Da parte mia ho portato il saluto dell'Italia, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ho sottolineato come nella nostra attività negli Stati Uniti riscontriamo ogni giorno il grande apprezzamento che c'è nei nostri confronti. E’ stata una bella conversazione – ha detto Varricchio - tra due amici uniti da un grande affetto per la nostra grande Italia”.
A fare da guida d’eccezione all’ambasciatore Varricchio nel suo giro alla Nasa, Luca Parmitano, che tornerà in orbita tra 20 mesi. Parmitano è stato il primo italiano ad effettuare un’attività extraveicolare (Eva), il 9 luglio del 2013, con 6 ore e 7 minuti di “passeggiata spaziale”.
“La collaborazione spaziale è sempre più importante e rappresenta un'area dei rapporti internazionali che non risente delle contingenze al momento”, ha osservato Varricchio. “Forse per la distanza, forse perchè ci si muove in una dimensione extra-atmosferica, lo spazio continua ad essere un'area di straordinaria ricerca. Continua ad essere condiviso dalla comunità internazionale per affrontare nuove avventure, per portare sempre più in alto l'asticella della ricerca e per affrontare nuove sfide. Mi fa particolarmente piacere che qui alla Nasa, al centro di Houston, ancora una volta si possa toccare con mano come nello spazio sventoli la bandiera italiana”. Lo spazio, “sarà nei prossimi anni sempre più importante e quindi per l'Italia e l'Agenzia spaziale italiana (Asi), che ha una storia prestigiosa, vuol dire essere parte di un grande progetto”. Gli italiani sono il gruppo più nutrito all’interno del corpo astronautico europeo ma il ruolo dell’Italia è primario in tutti i campi, “dalla ricerca con l’esplorazione robotica, con i nostri lanciatori e sicuramente con le nostre aziende e l’Agenzia spaziale italiana – ha ricordato Parmitano – che hanno contribuito al 40% del volume abitato della Stazione spaziale internazionale”.